Mourinho frena il Napoli. Osimhen al palo

25/10/2021 alle 07:58.
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Il si ferma a otto vittorie consecutive e il Milan lo raggiunge in cima alla classifica, a quota venticinque, ma per l’ex capolista solitaria lo zero a zero è accettabile. Perché la Roma, ferita dal 6-1 di giovedì in Norvegia, aveva la rabbia in corpo, e non è mai facile misurarsi con avversari tarantolati, disposti a tutto pur di non cedere. Molta lotta e gioco a sprazzi; intensità sì e bellezza così così: è la sintesi estrema dei novanta minuti. La Roma non poteva perdere, il non era obbligato a vincere. José Mourinho ha lasciato fuori cinque “reprobi norvegesi”: Kumbulla, Diawara, Villar, Mayoral e Reynolds. Una decisione legittima, però svalorizzante e non sappiano quanto finalizzata al recupero dei "colpevoli". Gli allenatori sono finiti tutti e due fuori dall’aula, espulsi per cattiva condotta, Mourinho nella ripresa e a partita chiusa. Il tecnico del è stato insultato dalla per l’annosa questione , una irrisolvibile guerra di religione. Mourinho ha giocato il match che meglio gli riesce, l’incontro di rottura. Ha lasciato al il possesso palla (62% a 38% per gli “spallettiani”) e ha tenuto un baricentro medio molto basso, a poco meno di 48 metri. Una strategia finalizzata al depotenziamento di Osimhen, il centravanti spauracchio. Mou gli ha prosciugato il mare in cui nuotare, la profondità. C’era pochissimo campo dietro Mancini e Ibanez, i centrali che si alternavano nell’azzannare il nigeriano. Nonostante tanta attenzione, Osimhen ha combattuto e ha colpito un palo, in spaccata e in compartecipazione con Mancini, e la parte alta della traversa con un colpo di testa. Alla Roma non è riuscita la seconda parte del piano, la finalizzazione di un contropiede o di una palla inattiva. I giallorossi hanno goduto di due grosse opportunità, ma Abraham e Mancini si sono soltanto avvicinati al gol.

(gasport)

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