Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms, ha rilasciato un'intervista pubblicata sull'edizione odierna del quotidiano per parlare della lotta alla pandemia e dei rischi ancora in atto per i cittadini europei. Queste le sue parole
Che cosa significa convivere con questo virus?
«Significa cercare un adattamento progressivo con un germe nuovo sperando che nel tempo diventi meno aggressivo. Purtroppo questo è un ospite molto scomodo e non cederà».
Quali sono le incognite?
«E molto stabile nella struttura, quindi non incline a cambiare. È aggressivo, si diffonde con estrema velocità e ha di fronte un altissimo margine di popolazione suscettibile da infettare. Non sappiamo quanto ha colpito finora e per questo verrà svolta l'indagine con i test rapidi sierologici che forniranno nuovi elementi di valutazione. Risultati a fine maggio. In base all'esperienza della Cina sappiamo che Sars-CoV-2 nell'85% dei casi non ha dato sintomi. In Italia non abbiamo numeri. Finora i calcoli sono basati solo sui tamponi». Perché fa tanta paura? «Soltanto ora stiamo cominciando a comprendere come funziona. Siamo passati dall'ipotesi di influenza pesante a una realtà molto diversa. U virus attacca l'intero sistema, non solo i polmoni, arriva nell'endotelio vascolare, è causa di patologie neurologiche importanti, attacca selettivamente in base a età e sesso. Non abbiamo idea di cosa altro possa causare, lo scopriamo giorno per giorno. E' un mostro».
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Germania e Francia dopo un'iniziale tentazione di aprire stanno tornando sui loro passi. «Una minima coesione nell'Ue sarebbe stata davvero importante, riaprire quando il virus ha una diffusione così elevata significa mettere in pericolo altri Paesi perché per quanto chiudi resta un movimento transfrontaliero che non si può arrestare. L'epidemia in Germania ha ripreso immediatamente vigore, come era inevitabile. In Italia siamo messi bene, ma non bisogna fare mosse azzardate»
La Francia ha sospeso la Ligue 1 .Il ministro Spadafora lascia aperto uno spiraglio perla Serie A.
«Fa bene ma non so quanto sarà possibile riaprire il campionato, può darsi basti mettere in sicurezza gli atleti con un protocollo, ma prima vediamo come va l'epidemia il prossimo mese. U periodo incubatorio delle nostre chiusure, fino al i8 maggio, ci permetterà di capire se il primo riavvio darà luogo a una nuova impennata. Comprendo l'ansia di riprendere la vita ordinaria. Non si può. C'è il terzo incomodo».