Ma in Campidoglio ora si sentono usati: «Il sì a Tor di Valle serve più al governo»

07/02/2019 alle 13:37.
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IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI) - «Dire che ci abbiano usati forse è eccessivo, di sicuro il nostro sì allo stadio della Roma per Di Maio e Toninelli in questo momento, con la guerra in corso per la Tav, è stato perfetto. E, per paradosso, serve più a loro che a noi». In Campidoglio c'è chi mette su due binari paralleli il via libera all'operazione «calcistico-immobiliare» di Tor di Valle e il «no» all'Alta velocità. Per Di Maio è la dimostrazione che «il Movimento vuole investire nelle grandi opere, vuole fare grandi opere in tutta Italia e rimettere a posto le infrastrutture esistenti». Il ragionamento è ardito perché lega un'impresa privata a una pubblica, con la prima che risulta monca proprio di infrastrutture pubbliche (ponti e ferrovie). Un legame che il leader 5 Stelle prima promuove e poi boccia: «Spero che un giorno il Lione e il Torino possano giocare nello stadio della Roma, ma è l'unica cosa che vedo in comune tra la Tav Torino-Lione e lo stadio della Roma». E dunque si naviga così, un po' in ordine sparso. Di sicuro, in Comune non è passata inosservata la velocità con la quale i big del M5S sono saliti sul «carro di Tor di Valle». Proprio Toninelli infatti ha twittato: «Brava Virginia Raggi. E poi dicono che il M5S è contro le grandi opere. Avanti così».

GLI IMBARAZZI E dunque la pratica, viziata da un'inchiesta per corruzione che scosse i vertici grillini per via del coinvolgimento di Lanzalone, è diventata all'improvviso, di nuovo, un argomento di conversazione. Dopo mesi di imbarazzi è servita a dimostrare che i grillini non sono sempre «quelli del no». E così, ragionavano ieri in Campidoglio, «sono montati sullo stadio: ci sta». E si ripete così un gioco politico molto chiaro e cinico tra il governo grillino e il Campidoglio. L'effetto Raggi va usato quand'è speculare a una battaglia più grande. Come accaduto, per esempio, per l'assoluzione della sindaca. Con tanto di insulti alla stampa di Di Maio e Di Battista che invece «Virginia non ha condiviso».