Stadio, la grana dei terreni dopo lo scandalo Parnasi. Privati ancora in Comune

02/08/2018 alle 13:12.
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IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Martedì i nuovi vertici di Eurnova si sono riaffacciati in Comune. Stavolta non hanno trovato l'assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, e il del Campidoglio, Franco Giampaoletti, ma i tecnici del dipartimento che sta conducendo la due diligence su tutta l'operazione stadio. L'indagine interna, partita dopo l'inchiesta della Procura che ha portato ai domiciliari il costruttore Luca e i suoi sodali, è ancora alle prime battute, difficilmente sarà completata prima di settembre. Eppure i privati che sognano l'affare tentano un'accelerazione, dopo lo stop imposto dalla maxi-retata. Dopo le dimissioni di , la sua società, Eurnova, è guidata dal nuovo amministratore delegato Giovanni Naccarato, da Riccardo Tiscini come presidente e dal consigliere d'amministrazione Giovanni Sparvoli. Mandare avanti il progetto non sarà facile. Il principale ostacolo sono i terreni dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto sportivo, insieme al mega-complesso di negozi, uffici e alberghi, il cosiddetto «Ecomostro». Le aree di sono di e ora dovrebbero essere vendute. A chi? In queste settimane sono circolate tante voci. Uno spiffero rimbalzato in Campidoglio è che alla fine i terreni possano finire a James o a un soggetto vicino alla Roma.

LA CAUTELA DEL M5S Raggi, sul futuro dell'operazione, rimane cauta ma apre, nonostante i malumori dei grillini. Ieri ha ripetuto quanto va dicendo da un mese e mezzo: «L'amministrazione intende andare avanti, ma tutta la vicenda richiede degli approfondimenti. Le verifiche sono già partite, se la procedura risulterà corretta in tutte le sue parti noi andremo avanti». Non può dire di più, la sindaca, anche perché una fronda sempre più nutrita di consiglieri comunali ha iniziato a vedere come il fumo negli occhi la prosecuzione del progetto. La variante urbanistica, per dire, avrebbe dovuto essere votata addirittura il mese scorso, nel cronoprogramma iniziale di Palazzo Senatorio. Dopo gli arresti, si è fermato tutto. La sindaca, per tenere i suoi, ha avviato l'ispezione interna e da qualche giorno ha chiamato in causa anche il Politecnico di Torino, per uno studio «terzo» sui flussi di traffico nell'area di , dove si creerebbe «il caos», così dicevano nelle intercettazioni gli uomini di . «Ho chiesto che si cercasse un soggetto terzo per fare delle ulteriori verifiche, ci sono delle ipotesi», ha confermato ieri la sindaca.