Bologna, parla l'ex Ad giallorosso Fenucci: «La Roma di Eusebio fa paura»

28/03/2018 alle 16:18.
fenucci

Claudio , 58 anni, prima di fare l'amministratore delegato del  che sabato affronterà la Roma al Dall'Ara ha ricoperto per tre anni lo stesso incarico proprio nella società giallorossa. Fu il primo dirigente chiamato dagli americani a far quadrare i conti.

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Verdi ha perso un po' di brillantezza? Forse paga un po' mentalmente la trattativa col a gennaio?
«No, non credo. Come sapete è stato uno dei migliori talenti della nostra under 21, poi ha avuto un periodo di appannamento e a si è rigenerato. La sua scelta di restare da noi è stato anche un riconoscimento al lavoro della società».

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Piace al , ma piace sicuramente anche alla Roma...
«Simone ha molti estimatori, ma qualsiasi discorso, per lui come per tutti, va rimandato a giugno. Adesso abbiamo chiesto a tutti massima concentrazione, va terminata la stagione nel modo migliore».

Ora per voi non arriva un cliente facile.
«(Sorride). Facile? No, proprio no, è un cliente difficilissimo, ma vorremmo metterli in difficoltà. In questi tre anni ci è mancata solo una soddisfazione: quella di prendere punti nei confronti di una grande, è il momento di farlo».

Proprio ora?
«L'ho già detto sabato a , l'ho incontrato qui a : vogliamo iniziare adesso».

Per Federico, il fglio di Eusebio e vostro fiore all'occhiello, non sarà una partita come le altre.
«Mah, gli è già capitato, ormai non credo gli faccia più particolare effetto. Sa che per tutti noi è una partita importante».

Qual è la cosa che la spaventa di più della Roma?
«A me fa impressione la qualità dei loro giocatori, nella formazione base fanno paura. E poi c'è l'organizzazione di gioco di , alla Roma si vede chiaramente la mano di un bravo allenatore. Per lui ho stima vera, lo consigliai io al Lecce, quando già stavo andando alla Roma».

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Perché la prima Roma degli americani la chiamò a far quadrare i conti?
«Era un momento delicato sotto il profilo economico-finanziario e credo abbiano ritenuto il mio background utile per aiutare il club a ripartire, poi nel tempo gli azionisti sono cambiati di ruolo e di peso, e si è affermato . Ma guardando indietro devo dire che il lavoro fatto in quel periodo, pur non portando a risultati sportivi immediati, è stato propedeutico per lo sviluppo della Roma di oggi. È stato un triennio molto intenso, grazie all'aiuto di tutti. Di Franco Baldini, di , di Mauro , di Tonino Tempestilli».

Chi o cosa ricorda con maggior piacere?
«Il clima di amicizia che si era creato tra noi. Eravamo davvero un gruppo di amici e professionisti che stavano bene insieme».

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Che cosa è cambiato per lei da a Saputo?
«Le differenze principali sono innanzitutto nel fatturato del club, vogliamo crescere nel tempo. E poi il rapporto con gli azionisti è del tutto differente. Jim era un presidente entusiasta che voleva portare il modello dello sportbusiness americano in Europa, ma si era contornato da molti collaboratori americani che non avevano conoscenza delle problematiche del calcio italiano. Joey Saputo è imprenditore di una famiglia importante canadese che possiede già da vent'anni un club professionistico, ha una capacità di comprensione dei problemi molto più immediata».

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(Il Romanista - D. Lo Monaco)

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