LA REPUBBLICA (A. SORRENTINO) - Ora è ufficiale, anche se ormai era il segreto di Pulcinella: per la panchina dell’Inter la corsa è a due, anzi tra due purosangue. Antonio Conte o Luciano Spalletti, non c’è terza via. Anzi Spalletti ora è l’uomo solo al comando, il sorpasso su Conte è cosa fatta, siamo all’ultimo chilometro. I veli saltano dopo un incontro a Roma degli stati generali interisti, ossia fra le tre persone che in questo momento contano e che hanno reale potere decisionale nel club: Zhang Steven, figlio del presidente Jindong (collegato in videoconferenza), Walter Sabatini e Piero Ausilio. Un vertice di tre ore per pianificare il futuro, dall’allenatore al mercato. Al termine, l’Inter fa sapere ufficialmente, affinché il mondo sappia, che il profilo di Luciano Spalletti piace moltissimo, e che il club lo sta seriamente prendendo in considerazione, probabilmente per un ingaggio triennale: tra l’altro il suo contratto con la Roma è in scadenza, nulla osta. Del resto il suo lavoro, in questo ultimo anno e mezzo, non poteva passare inosservato. Al di là dei borborigmi di una città in perenne polemica perché chi tocca Totti di solito fa una brutta fine, Spalletti in 74 partite alla guida della Roma ha ottenuto 158 punti, media (altissima) di 2.13, e quest’anno ha sfiorato la coda della Juventus, senza acchiapparla, ma è stato lì fino all’ultimo, mentre l’Urbe tutta lo insultava rendendogli la vita piuttosto pesante. Un lavoro che è stato apprezzato dai dirigenti interisti (che l’hanno pure visto rifilare una lezione tattica al tenero Pioli nell’ultimo Inter-Roma) e soprattutto da Walter Sabatini, che ha Spalletti nel cuore, nonostante i loro primi contatti alla Roma non fossero stati amichevolissimi, ma poi tra i due nacque una grande stima. Sabatini apprezza enormemente anche Conte, che provò a portare alla Roma due stagioni fa e con il quale i contatti sono pressoché quotidiani, ma l’Inter non può più permettersi di aspettare che l’Antonio nazionale riesca a liberarsi del Chelsea, ammesso e non concesso che lo voglia davvero, d’altronde sfoglia la margherita da mesi e il tempo stringe.
Lui era e rimane la prima scelta dell’Inter, non a caso i contatti risalgono a gennaio, ma a questo punto è necessario che il club nerazzurro sappia su chi poter contare. A meno che non ci siano novità improvvise nei prossimi giorni, il più è fatto. La notizia, splendida, per i tifosi interisti è dunque che per la stagione 2017-2018 avranno in panchina uno dei tre migliori allenatori italiani in assoluto (la triade è Allegri-Conte-Spalletti), che non ci saranno più scommesse rischiose come l’ultimo Mancini (il cui dietrofront in pieno agosto 2016 è stata la causa principale dei disastri attuali) o scelte assurde alla Thohir come Frank De Boer, che insomma si proverà a ripartire con un tecnico di sicuro affidamento, cui dare le chiavi della Pinetina, con uno staff dirigenziale intorno a lui, seri programmi di rilancio e un mercato oculato, con scelte logiche. L’annuncio dell’ingaggio di Spalletti potrebbe arrivare poco dopo la fine del campionato: da domenica sera in poi ogni momento potrebbe essere quello buono. Quanto alla Roma, si prepara al Totti-day di domenica in occasione della partita col Genoa, e a questo punto il ds Monchi dovrà mettersi all’opera, anzi già è al lavoro da tempo, per assoldare un nuovo allenatore. La corsa sembra limitata a Eusebio Di Francesco e Vincenzo Montella. Insomma sta per scatenarsi, come previsto, un gigantesco effetto-domino di allenatori in serie A. Ne cambieranno parecchi, a cominciare da quello dell’Inter. Il club che per disponibilità finanziarie e fame di rivincita è considerato fin d’ora il più serio candidato a sfidare la dittatura juventina. Poi vedremo, ovvio.