Spalletti: «Il mercato? Semplice: o prendiamo uno di valore oppure restiamo così»

22/01/2017 alle 14:06.
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IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Sinora si è limitato a sopperire con mosse tattiche vincenti la carenza di acquisti a gennaio: terzino, che oscilla tra la posizione di trequartista e seconda punta, Fazio regista difensivo, Peres ed jolly per le fasce. Il ruolo di ds in campo lo diverte. Ieri però è andato oltre. Prima regalando un parametro di valutazione a : «Io direi che vale quanto Pogba. è un calciatore completo, un calciatore forte, una razza di quelle forti. E’ un confronto che regge, c’è qualche anno di differenza con Pogba, ma per quanto riguarda il valore in campo e la sostanza espressa in quello che fa, il paragone ci sta». Poi quando gli viene ricordata una recente intervista rilasciata da , nella quale l’ex ds giallorosso ha detto che nella Roma ci sono quattro centri di potere (Roma, Londra, dove c’è Baldini, Boston e la Spagna, del futuro ds Monchi), Lucio decide di vestire anche i panni del dirigente. Con il sorriso sulle labbra, arriva la replica che somiglia tanto ad una stoccata: «Io veramente sapevo che erano cinque. Londra, Boston, Roma, Spagna e il quartiere Torrino, a via di Mezzo Camino, dove abita lui. Perché anche lui è un centro di potere».

ASPETTANDO DEFREL – L’allusione al fatto che graviti ancora in orbita-Roma, non lasciando solo Massara, aleggia nell’aria. Lucio la coglie al volo e preferisce precisare «che se stiamo facendo bene in questo campionato, è perché tutti quelli che ci hanno lavorato hanno fatto bene. Quindi anche . Di centri d’importanza però ne esiste solo uno: il campo». Ed è proprio grazie al lavoro quotidiano che la squadra è migliorata. Una rosa, però, alla quale manca ancora qualcosa. ha individuato la pedina in Defrel che stavolta non menziona ma che lascia intendere come sia lui, il calciatore cercato: «Dice bene , invece di parlare degli altri, facciamo i complimenti ai nostri. Se però capiterà qualche giocatore di livello per dare un contributo di qualità va bene. Se non capita restiamo così e siamo competitivi a tutti i livelli». Poi precisa: «Non ci servono calciatori per fare numero. Non siamo poi così pochi, se riusciamo a farli funzionare tutti sono più che sufficienti». Una retromarcia rispetto a quanto aveva asserito la scorsa settimana («Il problema verrà a febbraio con 11 partite in 40 giorni. Lì se non hai il numero non ne esci vivo. Può capitare che tra infortuni e squalifiche non si arrivi neanche a 11 giocatori»). Quasi avesse la sensazione che tra qualche giorno potrebbe essere accontentato.