Tifosi in rivolta sui controlli allo stadio

09/08/2016 alle 14:11.
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LA REPUBBLICA (S. FIORI - M. PINCI) - L’eventuale corrispondenza permetterebbe così di identificare il responsabile o quantomeno restringere il campo a un numero ristretto di indiziati (non più di 5 profili). A questo inedito sistema – che rientra all’interno delle iniziative previste dall’Accordo di programma per la migliore fruibilità dello Stadio Olimpico agli spettatori – si è arrivati dopo circa un anno di “trattative” con il Garante della privacy: fondamentale assicurare che il nuovo software non possa mettere in discussione i diritti di nessuno dei fruitori della struttura. Ecco allora che i dati raccolti dallo scanner verranno distrutti dopo 7 giorni dall’acquisizione. Ed ecco soprattutto perché, secondo fonti qualificate della di Roma, non si può «parlare di metodi di schedatura preventiva».

In ogni caso, il malcontento dei tifosi delle due formazioni capitoline è divampato rapidamente. Soprattutto perché la novità si somma alla conferma delle già vituperate barriere, che la scorsa stagione avevano portato le tifoserie organizzate di Lazio e Roma a disertare l’Olimpico. E che, come anticipato dal Nicolò D’Angelo a febbraio, saranno mantenute anche quest’anno. Insomma, «oltre al danno, la beffa» è il sentimento diffuso tra le due sponde del Tevere. «Ma così allo stadio chi ci va? Non ci va più nessuno», è la replica che trova maggior terreno fertile. «Di questo passo introdurranno anche le analisi del sangue?», si domanda ironicamente sui social un sostenitore giallorosso. «Secondo me la scansione dell’iride, come nei film americani», ribatte non meno sarcasticamente un collega di tifo. Seguito a ruota da un altro commento più catastrofista: «Il prossimo passo sarà imporre il check-in come negli aeroporti o il prelievo di tessuti per conservare il dna». «Volevo tanto godermi la prima in casa contro la , ma credo proprio che ci ripenserò», mugugna un laziale. E ancora: «Ormai ci hanno tolto la libertà di vivere la nostra passione». C’è pure chi arriva alla conclusione che «praticamente lo stadio è diventata la zona più sicura di Roma». Non mancano voci “fuori dal coro”: «Io da cittadino onesto e civile non ho problemi a sottopormi a queste misure», ammette un sostenitore. Presa di posizione che però rimane in netta minoranza.

«Esiste già una serie di strumenti di controllo incredibili, dai tornelli ai biglietti nominali alla videosorveglianza interna», ragiona l’avvocato Lorenzo Contucci, che spesso difende ultras romanisti e laziali sottoposti a Daspo: «Non si fa che favorire l’allontanamento dallo stadio, attraverso misure sproporzionate». E alla nuova misura si accompagnano altre disposizioni collaterali, rivolte soprattutto al traffico.

Verranno create, in via sperimentale, due aree di parcheggio a Piazzale Clodio e in Viale della XVII Olimpiade, dalle quali i tifosi raggiungeranno poi a piedi lo stadio. La volontà è quella di combattere la sosta selvaggia e il fenomeno dei parcheggiatori abusivi e insieme di evitare le interdizioni totali del traffico veicolare. Considerate le distanze tra le due zone prescelte e l’impianto (1,4 km nel primo caso, 1,2 nel secondo), anche questa misura si preannuncia foriera di lamentele. E pensare che la nuova stagione deve ancora cominciare.