Il giorno degli addii di De Sanctis, Maicon e del Professor Keita

30/06/2016 alle 13:25.
maicon-keita

LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Venditti. Una minaccia, più che una romantica dichiarazione d’amore, se accostata alla storia calcistica di chi vivrà oggi il suo ultimo giorno da romanista: ultratrentenni che hanno inciso nella recente storia giallorossa, lasciando sì una traccia importante, ma non al tal punto profonda da essere rimpianti dai tifosi. , e sono i tre calciatori che da domani saranno svincolati, pronti alla pensione oppure allo svernamento. Curiosa la situazione del , che resterebbe volentieri nella capitale, magari per fare il secondo al giovane brasiliano (se il prestito di non venisse rinnovato), per nulla intenzionato ad appendere i guantoni al chiodo. , 39 anni, si sta guardando in giro, col interessato al suo cartellino, ma continua a prendere tempo nella speranza che arrivi una chiamata da Trigoria. L’ex napoletano è arrivato nel post 26 maggio 2013, nell’estate della delusione per la finale di coppa Italia persa contro la Lazio e subito ha preso per mano uno spogliatoio a pezzi. E è il delle dieci vittorie consecutive della prima Roma di , della squadra del record di punti e del ritorno in dalla porta principale. La scorsa stagione ha perso il posto a favore di , ma ha aiutato il più giovane collega a inserirsi. Nello stesso anno di Morgan è arrivato nella capitale . Anche allora svincolato dal City. E con la Roma è stato amore e odio. Amore il primo anno, nella stagione che portava al Mondiale, poi tanto buio, per i problemi cronici alla cartilagine del ginocchio. E il fatto che il contratto del trentaquattrenne scada oggi è vissuta più come una liberazione, che come un rimpianto (guadagnava circa tre milioni di euro). Ora è in trattativa col Cruzeiro, per un ritorno in Brasile nel club che l’ha lanciato da ragazzo. Meno intensa la storia di , in giallorosso. Trentasei anni, due stagioni alla Roma, voluto fortemente da , quando non è stato costretto a fermarsi per problemi muscolari, è stato titolare di una squadra che ha confermato le sue enormi qualità in mezzo al campo, la sua esperienza dopo tanti anni al , tanto che i tifosi lo hanno subito soprannominato “il professore”.