Roma, Dzeko: "Difficile stare in panchina ma voglio restare". Per il bosniaco offerte da Cina e Turchia

05/04/2016 alle 02:40.
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GAZZETTA.IT (C. ZUCCHELLI) - Prima la battuta: “Sono contento di aver fatto alla Lazio due gol in due partite, magari si potesse giocare il derby tutti i giorni...”. Poi, l’amara verità: “È difficile stare in panchina per me, lo sa, ne abbiamo parlato. Ma accetto le decisioni da professionista”. Se il risveglio di , stamattina, è stato sereno, con tanto di foto pubblicata su di lui che esulta con , la domenica del bosniaco è stata a due facce: prima la delusione, a Trigoria, quando ha saputo che sarebbe finito ancora una volta in panchina (come già successo contro , e in casa), poi la soddisfazione quando è entrato in campo e ha segnato l’ottavo gol in campionato, decimo complessivo, il quinto nelle ultime sette presenze.
DELUSIONE — A queste reti, dal Carpi alla Lazio, vanno sommati anche tre assist, segno che, almeno nei numeri, negli ultimi due mesi sta rispondendo bene. Eppure, preferisce partire con l’attacco leggero composto da , e . Lui lo accetta, ma certo felice non è. E ieri, dopo il derby, lo ha specificato. Col sorriso, ma chiaro e tondo: “Stare in panchina è complicato, lo è per tutti ma anche per me e lo sa. Ho fatto degli errori, ma ho bisogno di sentire la fiducia perché posso e voglio dimostrare il mio valore. Sarebbe meglio sentire la fiducia del tecnico, ne abbiamo parlato, ma sono un professionista e come tale accetto le sue decisioni. Quando non si gioca tanto si perde ritmo, io so che posso dare di più e rendere al meglio. Anche in passato mi è successo di non partire bene con una squadra per poi riscattarmi”.
 
 RESTARE O NO? non si è nascosto, neanche: “Edin quando entra fa quello che deve fare, ha fatto un gol bello perché è vero che la porta era vuota, ma la palla aveva rimbalzato male. Deve continuare così”. La domanda, però, a questo punto è lecita: continuare fino a fine stagione e poi salutarsi o darsi ancora una possibilità? L’attaccante bosniaco ha offerte dalla Cina (ipotesi poco gradita), dalla Turchia e piace molto anche in Premier (destinazione preferita), ma la Roma non è convinta di volersene privare e lui stesso fatica ad accettare l’idea di andar via dopo solo un anno. Infatti, a Mediaset, ci tiene a ribadire: “Io sono qui e qui voglio restare”.
IL PRECEDENTE — Impossibile, però, non tornare con la mente ai tempi del City, quando Mancini lo faceva entrare dalla panchina e si arrabbiava moltissimo. Una volta l’allenatore italiano, dopo una rete al Tottenham, spiegò: “Edin per noi è fondamentale, ma continuerà a partire dalla panchina e schianterà gli avversari a partita in corso con il suo ingresso in campo”. Era il 2012, quattro anni dopo la storia, dall’Inghilterra all’Italia, sembra ripetersi. A Manchester lo chiamavano “super-sub” perché entrando in corsa segnava. Ma a lui, come ha detto in un’intervista alla “Gazzetta” a fine ottobre, questo soprannome non è mai piaciuto troppo. Ieri come oggi.