Roma, Sabatini dribbla Pallotta

03/03/2016 alle 13:40.
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LEGGO (F. BALZANI) - Diario di bordo: giorno 3 dall’arrivo di a Roma e tra il presidente e non c’è stato nemmeno il tempo di prendere un caffè insieme. Ufficialmente il ds ha la febbre, ma ieri è stato avvistato a Trigoria proprio dove 24 ore prima Mr. James si era rifatto vivo dopo un anno di assenza. Non è solo l’influenza quindi a tenere lontani i due uomini più rappresentativi del club. Nonostante le frasi e i sorrisi di facciata, infatti, il rapporto tra e si è incrinato negli ultimi mesi a causa di alcune ingerenze che hanno limitato il raggio d’azione del ds abituato a lavorare da solo dal giorno delle dimissioni di Baldini.

La presenza più ingombrante è quella di Alex Zecca, il braccio destro di che in questi giorni ha seguito il presidente come un’ombra e che nelle ultime settimane ha voluto partecipare a riunioni di mercato, conference call e summit dirigenziali. Anche per questo , assente nelle ultime due trasferte, ha maturato la voglia di andare via un anno prima della scadenza del contratto. Un segnale arrivato fino a Boston e accolto senza troppe sorprese. Nessuno cercherà di convincere a restare a tutti i costi, ma un incontro entro domenica ci sarà per forza di cose. chiederà di concludere il piano di mercato avviato a gennaio tra cui l’ufficialità di Allisson e la cessione di Sanabria.
Poi - a meno di nuovi cambi d’umore - si farà da parte e comincerà ad ascoltare le offerte:
, ma soprattutto e Milan. Anche la Roma si metterà alla finestra e dovrà decidere se dare continuità al lavoro di (affidandosi a Sensibile) o dare un segnale di rottura provando a convincere Berta dell’Atletico a tornare in Italia. Piace anche Carli dell’Empoli. Al fianco del nuovo (o vecchio) ds resterà comunque Zecca. Detto che bisognerà aspettare ancora qualche giorno per la fumata bianca con (prossimo appuntamento tra domani e domenica) ieri si è concentrato sulla questione stadio visto che ancora non è stato presentato il progetto definitivo alla Regione. «Lo presenteremo ad aprile. I ritardi sono anche colpa nostra, ma non ci aspettavamo tutte queste difficoltà. Se fosse pronto nel 2021? Mi sparerei», ha detto mimando il segno della pistola mentre usciva dalla sede dell’Enel dove ha incontrato l’ad di Microsoft Italia, uno dei possibili sponsor del nuovo impianto.
Martedì sera la cena con Malagò. «Ho parlato con delle Olimpiadi 2024 e non dello stadio», ha detto il presidente del Coni.