Una Roma tutta da inventare

02/02/2016 alle 13:28.
spalletti-3-2

IL TEMPO (E. MENGHI) - La prima «finale» è servita per liberare la Roma dalla prigione di negatività in cui era finita, ne restano altre sedici da giocare, e vincere, per arrivare al traguardo minimo: il terzo posto. Inter e sono davanti, ma ultimamente viaggiano col freno a mano tirato e, se la cura dovesse prolungare i suoi effetti, la squadra giallorossa potrebbe salvare la stagione. Battendo stasera il Sassuolo, che ad «ammazzare» le grandi si è dimostrato però efficientissimo, la Roma aggancerebbe almeno momentaneamente i nerazzurri del nervoso Mancini al quarto gradino della Serie A. I tre punti guadagnati contro il sono stati fondamentali non solo per la classifica, che dopo il derby milanese appare migliore, ma soprattutto perché «ci siamo liberati dal morso della tensione che è il nemico del momento. La cosa fondamentale – ha assicurato il tecnico di Certaldo – è avere la testa dentro al nostro impegno, specie in un ambiente come questo. Bisogna essere concentrati sugli obiettivi: la nostra vita è il risultato. Tramite lavoro e prestazioni si va più lontano».

porta il concetto di professionalità in una squadra sregolata, fa il della situazione e gestisce lo spogliatoio da sergente di ferro, vuole insegnare i «giusti comportamenti» e richiamare tutti alle proprie responsabilità: «Ho lasciato un biglietto a tutti i calciatori, ho chiesto loro di scrivermi la formazione. Hanno usato interpreti diversi, ma erano sempre 11. Se ne avessero scritti 18, ne avrei fatti giocare di più. Le regole le hanno fatte loro, ora devono stare zitti e pedalare. Non voglio lamentele: uno esce e brontola, l’altro ha il "visuccio" perché sta in panchina. era arrabbiato perché non riesce a fare gol e aveva preso un calcione. Infatti a Reggio Emilia non verrà, sarebbe un rischio utilizzarlo». Il bosniaco ha un versamento al polpaccio sinistro e non è stato convocato, mentre l’allarme lanciato in conferenza da su è poi rientrato: «Il capitano ha un dolore al gluteo e ha dovuto lasciare l’allenamento. Spero stringa i denti, ma stiamo valutando. I medici devono essere medici da Roma». All’altezza di decisioni importanti, come questa: alla fine hanno scelto di far partire il numero 10 con la squadra, perché sembra non essere nulla di serio, tant’è che non si è fatto visitare nella clinica di fiducia Villa Stuart.

Perotti ha sostenuto in notturna i controlli di routine prima della firma e, considerata l’emergenza, potrebbe esordire subito come compagno di nell’attacco «spuntato» della Roma: «Dovremo andare a creare qualcosa di diverso, Diego sa ricoprire più ruoli offensivi e darà il suo contributo, mentre El Shaarawy è meglio lasciarlo sull’esterno. Poi abbiamo che ha qualità da prima punta pure se è poco tecnico». Ulteriori alternative dal mercato non sono arrivate: «Non potevamo fare altro – ha ammesso ma io sono contento, la rosa è al completo». La carenza di esterni è dettata dalla sfortuna che ha riempito l’infermeria, aspettando i rientri di , , e , dovrebbe essere schierato nella «difesa a tre e mezzo» dove , e Zukanovic sono i tre ( out per ) e il brasiliano il mezzo. Dall’altro lato conferma per El Shaarawy, sperando che regga 2 gare in 4 giorni e non faccia la fine del «topino» che gira per Trigoria: «Qualcosa racconta, ma prima o poi lo piglio». La caccia ai «riportini» è ricominciata, lo 2.0 ha solo la barba più grigia di prima.