Deserto Coppa Italia: l’80% dei posti vuoti. Ma ai big piace così

19/12/2015 alle 16:48.
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LA REPUBBLICA (C. ) - Chi cercasse la formula giusta per la Coppa Italia dovrebbe partire da una certezza: quelle provate finora hanno tutte invariabilmente fallito. L’ultima edizione, con la formula meno sportiva e più ruffiana (in vigore dal 2008-2009), quella che vorrebbe le grandi con un tappeto rosso fino ai turni che contano e per quello dotate di comode partite in casa negli ottavi, negli ultimi tre giorni ha toccato la media di 11.600 spettatori. Un dato comunque drogato dai 30mila del derby di Torino. Nella realtà, su una capacità complessiva di 470mila persone, gli stadi degli ottavi si sono riempiti solo al 20 per cento: poco più di 90mila spettatori, con punte di risibilità toccati con i 1.970 di Lazio- Udinese e, un pomeriggio prima, i 7mila di Roma-Spezia, metà dei quali provenienti dalla Liguria.

Se alle grandi - almeno finché non ci rimettono le penne, come Roma, e nell’ultimo turno - la Coppa Italia interessa poco o nulla, figurarsi ai loro tifosi, scoraggiati dall’inverno e dalle “probabili formazioni” imbottite di riserve. Otto tifosi su 10 hanno preferito altro, e anche i dati tv, a parte la punta di 5 milioni col 20 per cento di share legato al derby di Torino, confermano il sentimento: 1,2 milioni di tv accese su Roma-Spezia (giocata però nel primo pomeriggio), 447mila, con l’1,7 di share, sulla storica impresa dell’Alessandria sul campo del . Un travaso di interesse, non inatteso e non nuovo: gli stadi, riempiti al 73 per cento in campionato, hanno contornato i ventidue con tristissimi seggiolini vuoti, nemmeno si trattasse di partite a porte chiuse. Si accettano scommesse, ora, sui quarti: forse si salveranno -Inter e Lazio-, nonostante l’infelicissima collocazione, a metà gennaio. Spezia-Alessandria farà colore e forse riempirà il Picco. Milan-Carpi rinnoverà, con ogni probabilità, l’antico discorso.

I numeri della Capital One Cup inglese, ad esempio, ci fanno piccolissimi: 32mila di media per i quarti di finale, un anno fa, con solo il Manchester in casa tra le big. Anche la Copa del Rey nelle ultime settimane ha fatto registrare ben 67.703 per -Villanovense. Per Real-Cornellà, al Bernabeu, sono stati oltre 50mila. Di diverso, Inghilterra e Spagna hanno la formula. Gli inglesi hanno accoppiamenti del tutto casuali e la partecipazione è aperta a qualunque club sia in grado di ospitare una partita. La Copa del Rey ha partite di andata e ritorno dai sedicesimi in poi. La Coppa Italia, dal canto suo, di formule ne ha provate un po’. L’ultima, quella sfacciatamente filo-big, è stata confermata fino al 2018. Fino a non troppi anni fa si giocavano partite di andata e ritorno in tutti i turni. I risultati di pubblico, beninteso, non erano troppo diversi. Diverissimi sarebbero se i turni a eliminazione diretta si giocassero in casa della più piccola delle due. Ne gioverebbe lo spettacolo e il grande calcio andrebbe a visitare realtà a volte condannate a un’eterna subalternità. Certo, le grandi rischierebbero di più. E loro, la Coppa Italia, la preferiscono così.