IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Una serata di ordinaria follia... giallorossa ovviamente. A Leverkusen succede di tutto, in perfetto stile romanista, una squadra maledetta che non smette mai di farsi del male da sola. Prima va sotto regalando un rigore (sacrosanto) al Bayer per un mani di Torosidis, poi dopo quindici minuti concede ai tedeschi un incredibile bis. Dormita collettiva della difesa (tutti colpevoli) e Bayer che festeggia come se avesse già portato via i tre punti.
Ma così non è perché la Roma di Garcia si sveglia, inizia a giocare il suo calcio, stringe i denti e grazie a un De Rossi in formato Champions torna in partita: alla grande. Prima il centrocampista azzurro accorcia sfruttando al meglio un ponte di Manolas, poi si regala la doppietta personale (non succedeva dal 2009: terzo gol in due gare) e riporta in pari la Roma.
Ma non è finita qui, perché in campo c’è solo la squadra di Garcia che arriva da tutte le parti e mette alle corde un Bayer spaurito. La strada si mette in discesa e sull’onda dell’entusiasmo arriva il sorpasso con la grande punizione di un Pjanic ancora una volta tra i migliori dei suoi. Quarta perla del bosniaco su sei calci piazzati da quella posizione e Roma in clamoroso vantaggio. Si gioca a una porta e il quarto gol è nell’aria: troppa la differenza a questo punto della gara.
Arriva da Gervinho il gol che, in una situazione normale, avrebbe dovuto chiudere la partita: vola sulla fascia alla sua maniera e mette sui piedi di Iago Falque (appena entrato per Salah) un pallone che va solo spinto in rete. 4-2 e tutti a casa, verrebbe da dire visto che mancano diciassette minuti al triplice fischio. E invece no, qui c’è di mezzo la Roma, una squadra che fa dell’autolesionismo una disciplina. In un minuto e mezzo gli uomini di Garcia buttano via la serata e tre punti d’oro. Prima Szczesny si fa trovare fuori dai pali sul diagonale (bellissimo) di Kampl, poi Mehmedi approfitta dell’ennesima dormita collettiva lì dietro e fissa il risultato finale su un incredibile 4-4.
Il bilancio, per come è andata la serata, non può che essere negativo perché non si possono buttare via punti così. La Roma lì dietro va rivista, serve cambiare qualcosa per evitare quei cali di tensione che riportano alla luce vecchi fantasmi. Non si può giocare la Champions con un reparto arretrato in grado di prendere gol simili, che regala ogni volta troppe occasioni agli avversari.
E non si tratta solo di un suicidio sportivo, dovuto al nervosismo o alla distrazione di un giocatore: a un errore tecnico. Il ripetersi dell’evento fa pensare piuttosto a un problema strutturale al quale è difficile porre rimedio a stagione in corso: in questo senso Garcia dovrà cercare di fare una sorta di miracolo. La Roma crea tanto in attacco, gioca un ottimo calcio a sprazzi, ma con una difesa così non può andare da nessuna parte, soprattutto in Europa.
Resta una classifica ancora inguardabile per la Roma che rimane a due punti e da qui in avanti dovrà vincere obbligatoriamente le prossime sfide con Bayer e Borisov (perché col Barca rischia di essere un altro bagno di sangue) per continuare a sperare. E potrebbe non bastare: come sempre dipenderà anche dagli altri.
L’unica nota positiva della serata è il «risparmio» di Dzeko in vista dello scontro diretto in campionato in programma domenica prossima a Firenze. L’attaccante bosniaco ha giocato solo gli ultimi minuti di gara e si prepara al rientro da titolare in campionato. Consolazione davvero molto magra.