Furia hooligan in piazza di Spagna, danni alla Barcaccia del Bernini. Renzi: sono barbari, ora si scusino

20/02/2015 alle 10:04.
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LA REPUBBLICA - (M. FAVALE, C. ZUNINO) - Per tre ore gli hooligans del Feyenoord, famosi in Europa per la violenza di massa e l’ubriachezza invadente, pisciano in tutta piazza di Spagna, molestano signorine e battono rigori con le bottiglie Heineken sulla Barcaccia del Bernini. Provano a centrare il cerchio d’acqua, prendono quasi sempre la fontana del Seicento. La Barcaccia, il suo candelabro centrale, viene sfregiata in almeno quattro punti: avevano finito il restauro, 200mila euro il costo, lo scorso settembre.
Sono le quattro di ieri pomeriggio quando i reparti mobili, rimasti per ore fermi a osservare, decidono che è arrivato il momento: il vandalismo olandese è andato oltre il sopportabile, piazza di Spagna trasformata in curva e controcurva, usata come una discarica per gli avanzi di giornata degli ospiti in trasferta. Polizia e carabinieri abbassano gli elmetti, alzano gli scudi e iniziano ad avanzare. Gli hooligans, molti ragazzoni tatuati, qualche minorenne, poche donne, alcuni cinquantenni, diversi estremisti di destra che urlano “No jewish”, rispondono lanciando qualsiasi cosa abbiano in mano: bottiglie di coca cola riempite per metà di whisky, bombe carta, fumogeni. Arriva la carica, potente.
Davanti a Trinità di Monti, i vandali di Rotterdam sono un migliaio, altri cinquemila stanno sciamando nel resto della à: la Roma calcio ha venduto 1.300 biglietti in più all’ultimo momento sottovalutando i rischi di una tifoseria che quest’anno, in Europa League, ha piantato grane contro il Besiktas e assediato in un pub i tifosi del Rijeka. Sotto le manganellate alcuni ultras cadono a terra e si feriscono sui cocci di bottiglia. Scooter travolti nella fuga, qualcuno sale sulle auto rimaste intrappolate lungo la discesa di via di San Sebastianello, un budello stretto teatro degli scontri più violenti. I commercianti abbassano le serrande. Gli hooligans corrono verso Villa Borghese.
Il panico in piazza di Spagna dura dieci minuti, ma un’altra carica è necessaria vicino alla terrazza del Pincio. Gli ultras non vogliono salire sugli autobus portati lì dall’Atac: hanno giurato che avrebbero marciato tutti insieme verso lo stadio Olimpico. Alle cinque e venti vengono stipati a forza su sei bus. Più di cento persone per mezzo, il peso fa scoppiare sei ruote, tre autobus s’inclinano pericolosamente: gli autisti non si fermano. Alle sette di sera tutti e seimila gli olandesi sono dentro lo stadio, settore ospiti della Nord, resi finalmente innocui. La capitale è paralizzata sul lungotevere e in zona Flaminio. Ci sono tredici agenti lievemente feriti, uno è svenuto dopo l’esplosione di un petardone. Dei ventitré del Feyenoord arrestati mercoledì sera in Campo dei Fiori, diciannove sono stati condannanti per direttissima. L’ambasciata olandese rivela che da Rotterdam si sono in viaggio duecento soggetti segnalati dalla polizia locale, ma alla nostra nulla risulta. Cinquecento, poi, sono scesi senza biglietto di Europa League: entreranno lo stesso. Gli strani hooligans di Rotterdam, à a bassa disoccupazione, hanno soldi in tasca. Li hanno spesi nei market e nei bar del centro (diversi hanno sorvolato sul divieto di vendere alcolici). Hanno dormito due notti in alberghi intorno alla stazione Termini e a Campo de’ Fiori: la trasferta di Roma era segnata in agenda da mesi.
Il sindaco Ignazio Marino sente degli sfregi alla Barcaccia e attacca prefetto e : «Mi avevano assicurato che era tutto sotto controllo ». In si fa notare che, visti i numeri dei violenti, alla fine danni e feriti sono contenuti. Il premier Matteo Renzi pretende le scuse ufficiali della società ospite e dice: «Faremo una verifica se ci sono stati errori da parte nostra, ma la responsabilità è di questi barbari, non dei poliziotti. I colpevoli saranno puniti con durezza». In serata l’ambasciatore olandese assicura: «L’Italia potrà contare su di noi per far sì che i colpevoli vengano puniti».