Roma inquieta: i big match fanno tornare il mal di fischietto

22/12/2014 alle 09:32.
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CORSERA (L. VALDISERRI) - Non siamo ancora al «dossier » dei torti subiti, che fa tanto vintage come i pantaloni di velluto a coste. Però alla Roma non sono per nulla contenti delle direzioni arbitrali nei big match perché tra e Milan mancano almeno tre punti, che per il gioco dello scontro diretto con i bianconeri in classifica, pesano per cinque. Spieghiamo, perché la matematica non è un’opinione: con un pareggio allo Stadium e la vittoria contro i rossoneri, la Roma avrebbe tre punti in più (39) e la due in meno (37). Non sarebbe seconda ma prima e tanti giudizi, adesso, sarebbero diversi. La classifica non si fa con i «se» e con i «ma», però i regolamenti sono chiari.

La «stoppata » cestistica di De Jong su Gervinho era da rigore ed espulsione per chiara occasione da gol, ma né l’arbitro Rizzoli né l’assistente di porta Massa hanno visto. È vero, i giallorossi hanno giocato male prima e dopo l’episodio, ma si può vincere anche senza incantare - dicono alla Roma - e sarebbe bello avere quello che spetta. Nulla di più. La società ha cercato di tenere un basso profilo sulle direzioni arbitrali, vedi le dichiarazioni del presidente James Pallotta dopo -Roma. La squadra la pensa diversamente, come dimostrano le reazioni di e Morgan dopo la gara di Torino e la sparata di Rudi alla vigilia di Roma-Milan: «Più ci daranno fastidio e più lotteremo, più sarà difficile e più attaccheremo ».

Massa non è stato fortunato con la Roma negli ultimi tempi: è l’arbitro che prima aveva valutato il fallo di Mattia su Davide Astori nel Cagliari- Roma del campionato scorso (ammonito l’attaccante) ma poi aveva «integrato» il referto facendo scattare la per tre turni. Rocchi e Rizzoli sono i due arbitri «top» italiani - il terzo è Orsato - ma sono anche i due delle gare contro e Milan. Come uscirne? Non è semplice. Da un lato la Roma non vuole far partire il coro di molte altre squadre, in testa: i giallorossi sono dei piagnoni. Dall’altro nessuno vuole passare per fesso. Al presidente Pallotta, al , al direttore sportivo , a Rudi e ai giocatori il difficile compito di restare in precario equilibrio tra polemica e concentrazione.