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La prova del 9. Pallotta vota Champions, dagli ottavi il jackpot

16/11/2014 alle 10:13.
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GASPORT (D. STOPPINI) - Succede anche oggi, non è mica un esercizio che passa di moda. A scuola si studia la prova del nove, si passano le mattine e i pomeriggi intorno a quei numeri incrociati che devono assolutamente proddurre un risultato, il risultato. Ecco, James Pallotta sarà forse come quegli imprenditori di una volta, che al posto del computer usavano il pizzino, carta e penna, due conti e via, l’operazione si fa. Di sicuro al­ la prova del nove è affeziona­to. Perché qui si fa la Roma, perché la vita è adesso. Da Ber­gamo fino a Natale, con due passaggi decisivi: Cska Mosca e Manchester , ballano 9 milioni di euro, che per le in­certe casse di Trigoria fanno tutta la differenza del mondo.

Calcoli - Lo si è capito pure dalla trimestrale pubblicata in settimana: il cammino in  è di fondamentale importanza. Al 30 settembre a Trigoria avevano già incassato 22,2 milioni di euro, da quel giorno poi ne sono arrivati al­meno altri 4, tra il bonus per il pareggio di Manchester e l’in­casso monstre contro il Bayern (3,7 milioni). Se la scia è quel­la, il passaggio del turno può valere 9 milioni. Il conto è pre­sto fatto: 3,6 milioni di euro garantiti dall’Uefa a tutte le squadre che superano il giro­ne. Monte al quale aggiungere un altro probabile incasso da urlo: di fronte a una sfida con una big europea (e passando da seconda l’incrocio con un top club è assai probabile), è facile immaginare un Olimpi­co pieno in stile Bayern e un in­casso anche maggiore, in as­senza di mini abbonamenti, intorno dunque ai 4 milioni di euro. E poi ci sono i risultati per qualificarsi. Non c’è ovvia­mente certezza su quanti pun­ti serviranno effettivamente alla Roma per approdare agli ottavi. Ma ad oggi è giusto ra­gionare sulla certezza dei 4 punti: dunque, la vittoria vale un milione di euro, il pareggio 500 mila, totale 1,5 milioni. Eccola, la prova del nove: 9,1 per l’esattezza, ovviamente una stima. Ma una stima che Pallotta conosce bene.

E la squadra - Perché ci sono i traguardi da centrare, ma pure i conti da far quadrare: non sempre c’è l’artifizio di una newco a venire in soccorso. E allora come dar torto a una so­cietà che la corsia preferenzia­le la concede all’Europa, ancor prima che all’Italia? Non c’è competizione al mondo che produce ricavi come la Cham­pions. Ma non c’è ambizione maggiore, vista dalla parte della squadra, di un trofeo vin­to. Ad esempio uno scudetto, un campionato nel quale pro­vare ad agganciare la  il prima possibile. Questione di punti di vista. E  è nel mezzo: di qua l’Atalanta, di là il Cska Mosca. Di qua lo scudetto, di là i 9 milioni di eu­ro. Non si gioca per i soldi, ma si gioca (anche) grazie ai soldi. A Monaco ha scelto il campionato: penso ai tre punti con il Torino, piuttosto che alla rivincita col Bayern. Ora chie­de aiuto al , per fare bene tutte e due le cose. A pat­to che non continui a infortu­narsi un giocatore dopo l’altro

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