De Rossi: ammissione d’inferiorità

06/11/2014 alle 08:23.
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IL TEMPO (E. MENGHI) - L’antidoto per i marziani tedeschi non è stato ancora trovato, ma la tattica difensivista è servita ad evitare un’altra imbarcata. Che sia piaciuta o meno agli amanti del bel calcio è un altro paio di maniche. La squadra ha seguito le indicazioni di alla lettera, magari gli attaccanti a furia di inseguire gli avversari si sono dimenticati di essere per ruolo gli addetti al tiro in porta, ma la lezione del 7-1 impartita dal Bayern a Roma è servita per mettere a punto qualche contromisura.

Per è stata un’ammissione di inferiorità snaturarsi per contrastare i campioni di Germania: «Non era facile prenderne altri 7, ce l’abbiamo messa tutta e abbiamo ammesso che loro sono più bravi. Abbiamo cercato delle contromisure, non ce l’abbiamo fatta del tutto, ma almeno non abbiamo fatto brutta figura. Questa squadra per un anno e mezzo ha abituato tutti ad altre prestazioni, ma questa era una sfida impossibile per noi. Si riparte da domenica, che è più importante». Rimette il campionato al centro degli obiettivi e non cerca alibi: «Mancano giocatori fondamentali, ma è riduttivo parlarne, perché la squadra è forte anche così e può fare un grandissimo campionato». Per la serve molto di più, ma nonostante lo strapotere tedesco la Roma può ancora ambire agli ottavi.

lo ricorda con ottimismo: «Avendo fatto due partite contro la squadra più forte del momento, il secondo posto è un ottimo risultato che nessuno avrebbe immaginato prima. Sapevamo che probabilmente non avremmo vinto, ma non abbiamo preso batoste come l’altra volta». Merito di quell’atteggiamento tattico che non ha conquistato , ma sì: «Siamo consapevoli che sono un paio di passi avanti a noi, abbiamo cercato di adattarci al loro gioco e credo che non abbiano avuto molte occasioni, oltre ai gol. Abbiamo dimostrato che possiamo giocare anche partite così. Abbiamo avuto 2-3 occasioni, sfruttate male, ma non è finita qui». Se non ci fosse il più forte al mondo a proteggere i pali del Bayern, avrebbe potuto trasformare una di quelle occasioni: «Neuer è un grande, con un po’ di fortuna avremmo potuto fare 1 o 2 gol. Il rigore? Non c’era, avevo calcolato male il tempo della palla». Conta di più che le ferite del 7-1 siano state rimarginate: «L’importante era dare un segnale a noi stessi, a Roma era stato un incidente, a Monaco abbiamo dimostrato che sappiamo combattere». Un sistema di gioco che forse avrebbe voluto vedere pure a : «Ma perdere al San Paolo non vuol dire buttare via tutto: siamo a 3 punti dalla . L’anno scorso abbiamo dimostrato di essere forti, dobbiamo confermarci».

A partire da domenica, quando all’Olimpico arriverà il Torino. Non ci sarà , che al 27’ ha poggiato male la caviglia destra e si è procurato una distorsione. Lo spray ghiacciato gli ha dato la forza di continuare, ma al 57’ gli ha dato il colpo di grazia, calpestando l’articolazione dolorante. Il trauma contusivo-distorsivo andrà esaminato nelle prossime 24-48 ore. Holebas è uscito per il riacutizzarsi del dolore al costato accusato a . E allora ben venga la sosta. la sfrutterà per far sfiammare il ginocchio, con il Torino torneranno i più riposati , e Gervinho. Con bel gioco annesso.