Caccia al tesoro. Mancano gol e Gervinho, la Roma deve ritrovarli

09/11/2014 alle 09:37.
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GASPORT (D. STOPPINI) - In questa bizzarra, perenne altalena di umori che è la à di Roma, capita a volte di veder oscillare il pensiero altrui tra l’amore per il calcio italico, stile Nereo Rocco, e l’improvvisa riscoperta del gioco offensivo alla Zdenek Zeman. , che romano è diventato, certamente saprà mantenere l’equilibrio. Eppure è lui stesso a saltellare di qua e di là, da una Monaco col 4-4-2 imperante e il «contro il Torino la filosofia dev’essere quella di segnare un gol di più per vincere». Che non è una frase di La Palice, pure francese come . Ma è la sintesi estrema, espressa ieri in conferenza stampa, della voglia matta di ritrovare la vecchia Roma, quella che il calcio offensivo lo andava a cercare, non lo trovava occasionalmente per strada. Voglia che si traduce, con tutta probabilità, in una Roma mai vista in attacco, in questo campionato. prepara il tridente che più pesante non può esistere: in vantaggio su , vicino a e Gervinho.

Gervinho e il gol perduto - Un inedito, sì. Un inedito per invertire una tendenza che si è fatta pericolosa: nelle ultime quattro partite la Roma è rimasta a secco in tre occasioni (Sampdoria, e ritorno col Bayern). «L’efficacia è importante e contro il Torino dovremo essere efficaci», ancora . Allora dentro , fresco e riposato dopo Monaco. Riecco , «il nostro capocannoniere, ho fiducia in lui» per dirla alla . E spazio ovviamente a Gervinho, sempre più indispensabile. Nonostante i numeri. Nonostante una statistica per certi versi incredibile: l’ivoriano non segna in A da 71 giorni, che poi sarebbe la prima giornata di campionato, gol alla e poi stop. Sarebbero i numeri della crisi per qualsiasi attaccante, che lo scorso anno di questi tempi era già a quota 3. E che intorno a sé aveva una squadra che riusciva ad accompagnare di più le sue folate a mille all’ora. Ora no. Ora capita di vederlo molto più isolato, immalinconito come a . Eppure decisivo, sempre e comunque per . C’è una Roma con Gervinho e una senza: si è visto anche nel finale di Monaco, proprio da una sua giocata è arrivato il primo tiro in porta, al minuto 39 del secondo tempo.

e lo scudetto - A molti, quelli del Nereo Rocco di cui sopra, quella Roma è pure piaciuta. Oggi ne serve un’altra, perché la corsa scudetto non aspetta nessuno. «Ma quando dissi che avremmo vinto il campionato, non parlavo mica nell’aria», rassicura . Quello del «siamo carìchi, abbiamo voglia di giocare», con gli accenti un po’ alla francese. «Non abbiamo perso la fiducia in noi stessi, non abbiamo cambiato le nostre convinzioni», gli altri manifesti dell’allenatore. L’uomo che di fatto ha inventato e poi rilanciato Gervinho. Se un momento c’è, per l’ivoriano, di ricambiare il favore, quel momento è stasera. Nei giorni più difficili dell’era .