«Un’emozione bella e infinita: sono ancora senza parole»

23/09/2014 alle 10:06.
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IL MESSAGGERO (A. MARANI) - L'abbraccio di Alessandro a ha sciolto anche i cuori più duri della Nuova Ostia, a due passi dal luogo dove Pier Paolo Pasolini fu ucciso nel lontano '72. Ora lì c'è il porto, e qui continua ad abitare, al terzo piano di una delle tante palazzine popolari coi citofoni perennemente scassati e le ringhiere di plastica bianca che si intrecciano tra il lungomare e piazza Gasparri. Ci vive da una vita, prima con il marito Nisio - "giallorosso sfegatato", come lo ricordano nel quartiere - ora con la figlia. Esce poco di casa, cammina a fatica con l'aiuto delle stampelle, ha 82 anni compiuti e un nipote di cui andare orgogliosa. «Sono stanca e ancora tanto emozionata - dice con un filo di voce senza oltrepassare l'uscio di casa - non sto molto bene per cui non mi sento di parlare. Cercate di capire, è stato bello». Si allontana, lascia i brividi e le lacrime della domenica in tribuna all'Olimpico fuori dalla porta. Per un pomeriggio è diventata la nonna più famosa d'Italia: il gol del 2-0 al Cagliari, l'attaccante giallorosso che continua la sua corsa, salta la transenna in plexiglass e vola in tribuna per stringersi a lei in un lungo abbraccio che ha commosso l'Italia degli sportivi e non solo. Il volto buono del pallone. Per una volta non s'è parlato di scontri, spari, cori razzisti fuori o dentro il campo da gioco.
«Il gesto di ? Davvero molto bello», così lo ha commentato il ct della Nazionale al Processo del lunedì. «Ho avuto il piacere di conoscere Alessandro, e un ragazzo genuino, bravo e pieno di sentimenti sani. A me non è mai capitato di fare un gesto del genere anche perché facevo pochi gol», ha scherzato . E se lo facesse anche in azzurro? «Aspetto un suo gol anche con la maglia nazionale e se non ha avuto la prima ammonizione, lo può ripetere, una gliela concediamo».

«UN GRANDE GESTO» Il neopresidente della Figc, Carlo Tavecchio ai microfoni di Gr Parlamento l'ha voluto sottolineare: «Mi è piaciuto il gesto di , ben al di là della sanzione che riceverà. Questo è un atto che tende a riportare la vera etica dello stadio: c'era la nonna, ora speriamo presto di rivedere anche tanti bambini sugli spalti». Ieri mattina, è scesa di casa con la figlia per una breve passeggiata, poi è tornata subito su. «Indossava lo stesso abitino che aveva allo stadio - racconta un'amica nel palazzo - lei è sempre molto gentile, riservata. Si figuri che nemmeno avevo capito che fosse la nonna del calciatore della Roma».

UNA FAMIGLIA DOC Non lo sapeva nemmeno Mauro, giallorosso doc, col lupetto al collo e il poster di capitan alla parete del soggiorno, al secondo piano: «Ma sul serio è lei? Ho visto tutta la partita, l'abbraccio, ma non l'avevo riconosciuta». In quest'angolo di periferia dove quasi ogni strada racconta una storiaccia di cronaca nera, adesso sono in tanti pronti a mostrare, fieri, le foto strappate sotto casa con l'astro nascente della Capitale. «Guarda questo è mio figlio Sandro - racconta Anna Cacciatore - si conoscevano da quando erano ragazzini. Alessandro è un ragazzo d'oro, per noi di Ostia è un grande orgoglio vedere che ce l'ha fatta e che, nonostante i soldi e il successo, è rimasto un ragazzo semplice e buono». La signora Carla si affaccia dal secondo piano della palazzina accanto: «Due anni fa tutti i si sono riuniti qui per trascorrere insieme il Natale, sono molto uniti, lui viene ogni tanto». In strada si forma un capannello di gente. Qualcuno è sorpreso: «La nonna di sta qui? Bene, almeno il figlio ci aiuterà a far sistemare queste case che cadono a pezzi».