Roma, bilancio Usa e getta

04/08/2014 alle 09:20.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Da oltreoceano descrivono impaziente e, se proprio bisogna dirla tutta, infastidito. La partenza posticipata di due giorni (tutto secondo programma, però, avendo la Roma rinunciato al charter per il ritorno a casa) proprio non gli va a genio. Avrebbe voluto già essere a Trigoria. Per elaborare i dati delle quattro gare giocate negli Usa e confrontarsi con . Per il primo bilancio della stagione sui singoli. La sconfitta contro l’Inter fa comodo al francese che, pure in pubblico, non bluffa e di conseguenza non concede alibi a squadra e interpreti: bocciata la prestazione di Filadelfia. Nell’atteggiamento, svogliato e sciatto, e nella lettura del copione, lento e prevedibile. In sintesi al gruppo chiederà più applicazione e meno sufficienza. Il tecnico giallorosso è severo e bisogna capirlo. In questa stagione anche lui si gioca tanto. Forse tutto. Non gli piace vincere con le parole. Utilizzerà la caduta contro Mazzarri per ripartire da quanto visto e apprezzato contro il Liverpool e contro il Real. E anche in parte contro lo United, nonostante lo scarto del primo tempo (3 a 0), e con la rimonta quasi riuscita (3-2 alla fine).

ORGANICO DA VERTICE - Pesando la nuova rosa, cresciuta numericamente e nella qualità, è sicuro che abbia seguito le indicazioni dell’allenatore sui giocatori da prendere. A cominciare da , il colpo dell’estate. La Roma cresce, rispetto all’anno scorso, nelle individualità. Con giovani e senatori di primo piano per essere competitiva su più fronti. Gente da che negli Usa ci ha già messo la faccia. Basta pensare alla reazione contro lo United e alla concentrazione contro il Real.

EQUILIBRIO E MATURITÀ - Il gruppo sfrutta il lavoro della stagione scorsa. Dà l’impressione di essere preparato a leggere la partita (di qui l’arrabbiatura di dopo la gara contro l’Inter). Dal punto di vista tattico, la Roma sa essere squadra. Solida e organizzata. In due gare su quattro, nessun gol subìto. E diversi interpreti sanno gestire il match: con il possesso palla e la personalità. In più sanno sacrificarsi per i compagni. I campioni sono per prima cosa altruisti.

CAPITANO DI PROFESSIONE - , come promesso, inizia il suo 23° anno da professionista come se fosse il primo: massima concentrazione e assoluta disponibilità. Come , vuole vincere. E suda, quotidianamente, per riuscirci. In campo, sai che scoperta, resta fondamentale. Disegna calcio più per gli altri (e quindi per la Roma) che per se stesso.

CENTRALI DIFENSIVI OTTIMI . Il top è in mezzo alla difesa: è super (sabato non avrebbe dovuto giocare per la contusione al torace e quindi va assolto) e Astori sembra giallorosso da sempre. Peccato che si sia fermato , fin qui tra i più in forma.

CENTROCAMPO DI LUSSO - Ma quale sorpresa: è la certezza. Da sempre e non ora che è qui. Eccolo subito pronto per comandare in campo. Anche perché in la Roma debutterà senza (squalificato) e quasi sicuramente (indisponibile). , però, non si scompone, contando comunque sul suo pupillo , lo straripante e sul carismatico . Senza dimenticare che sa già cosa fare da grande. 

JOLLY DA SFRUTTARE -  fa il terzino e bisogna dirgli grazie. Cambia il ruolo, non l’affidabilità. E la serietà. Sanabria, invece, è la carta da giocare in corsa: il diciottenne è spavaldo e già efficace. Meglio tenerlo a Trigoria che darlo ancora in prestito.