Il giallo della pistola, l’esame non basta. Pm sicuri: i testimoni inchiodano De Santis

07/05/2014 alle 09:54.
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GASPORT (M. GALDI) - Quer pasticciaccio brutto di viale Tor di Quinto. E ci scusi Carlo Emilio Gadda. Ma quello che è andato in scena sabato sera, e ancor più nelle ultime ore, ha tutto il contorno del giallo d’autore: chi ha sparato a Ciro Esposito? Daniele era da solo o è stato un gruppo di tifosi romanisti ad affrontare quelli napoletani? Cosa è accaduto davvero nel parcheggio? I magistrati al momento sono alla ricerca di ulteriori immagini e di testimonianze.

Lo stub e i testimoni Cominciamo dalle certezze. Ieri si sono avuti i risultati dello stub, il test che ha sostituito il «guanto di paraffina» e che dovrebbe provare l’uso di un’arma da fuoco. Si parla di «prova regina » quando vengono trovate tre molecole di polvere da sparo. Nel test fatto a le molecole sono due (sufficienti per alimentare le azioni difensive del suo avvocato che sostiene possano essere tracce dei petardi esplosi vicino a lui a terra) che la polizia definisce «compatibili» con l’uso di un’arma da fuoco. A incastrare il tifoso romanista, per i magistrati che lavorano al caso (Antonio Di Maio ed Eugenio Albamonte), sarebbero anche le testimonianze di tre persone sentite ieri e tra queste un teste che viene definito «molto attendibile» perché sarebbe un poliziotto o un ex poliziotto. Persone identificate in un secondo momento e che non si sono presentate spontaneamente. Come invece accaduto per Ivan La Rosa, compagno di Daniela Baglivo: entrambi hanno detto di aver spostato l’arma (una Beretta 7,65) dopo aver visto il ferito. La Rosa l’avrebbe lanciata oltre il cancello del Ciak Village («ma l’arma era lontana dal », ha messo a verbale), la Baglivo l’avrebbe rimossa dopo che il cancello era stato abbattuto dai tifosi del e l’avrebbe poi gettata in un bidone della spazzatura. A entrambi è stato fatto lo stub e sull’arma sono state rilevate le impronte. Stub anche per la mano sinistra e i vestiti di , ora ricoverato in un ospedale di Roma tenuto segreto.

Una prima ricostruzione Ma cosa è accaduto in quei tragici momenti? A supportare la teoria di un «agguato» ci sarebbe la ricostruzione di queste ore. La polizia aveva presidiato sia Ponte Milvio (ma dal lato viale Tiziano), sia Tor di Quinto. All’improvviso un gruppo di romanisti ha cercato lo scontro proprio a Ponte Milvio. Immediatamente sono state richiamate le macchine a Tor di Quinto per contrastarli. La strada è stata bloccata: piccole cariche di alleggerimento e Ponte Milvio è sgombro. Nel frattempo, però, a Tor di Quinto i pullman che vengono da restano bloccati. Facile per il «commando» nascosto vicino al Ciak Village, cominciare un nutrito lancio di bombe carta. I napoletani non si fanno intimorire: scendono dagli autobus e si lanciano all’inseguimento degli aggressori. Qualcuno cade. Probabile che sia proprio il , appesantito dai chili in eccesso, a perdere contatto con i suoi amici. È isolato. Viene raggiunto e picchiato. I romanisti non abbandonano il loro amico, tornano indietro, esce fuori una pistola e con questa si spara, si spara per colpire e Ciro Esposito rimane a terra. Fuggi fuggi generale. A terra restano solo in due: Esposito da una parte e dall’altra. I napoletani tornano e picchiano selvaggiamente il . Qualcuno dai pullman chiama la polizia. Si capisce il gioco e si torna indietro velocemente. Ci metterà un po’ di più (molto in realtà, il traffico è bloccato) l’ambulanza.

Le indagini I magistrati ora stanno acquisendo tutte le immagini a disposizione: la scena del crimine è stata ampiamente «inquinata» e solo filmati e testimonianze potranno aiutare. Intanto oggi sono fissati gli interrogatori di garanzia per gli arrestati. sarà sentito dal gip anche se le sue condizioni di salute restano precarie al punto che il suo avvocato, Tommaso Politi, sostiene che l’atto istruttorio potrebbe non essere possibile. Oltre a , la Procura ha chiesto il carcere anche per i tifosi azzurri coinvolti a eccezione di Ciro Esposito.