Roma Inarrestabile

26/04/2014 alle 10:37.
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IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma del primo anno targato entra nella storia. Vince la ventiseiesima partita di questo campionato pazzesco, la quindicesima in casa, realizza il record di punti della sua storia (85) e torna a -5 dalla impegnata lunedì sera contro il Sassuolo a Reggio Emilia. Conta poco, nonostante (che per la terza volta in carriera raggiunge il record di punti del club allenato: Roma, Lille e Le Mans) continui a dire di crederci, perché in una serata come questa conta di più il gioco, la testa e una difesa di ferro che chiude la ventunesima gara stagionale senza incassare gol. Al povero Seedorf (che neanche Pazzini riesce a salvare) non resta che inchinarsi davanti alla squadra del collega francese col quale si complimenta a fine gara. In quella stretta di mano c'è tutta la frustrazione per non aver potuto nulla contro questa Roma: ma non è stato l'unico visto che col successo di ieri ha battuto almeno una volta tutte le squadre italiane.

Una serata con clima da fine stagione (d'obbligo la standing ovation iniziale per il dramma di Vilanova), un po' perché la Roma sembra appagata dopo questa lunghissima rincorsa durante la quale ha battuto tanti record e conquistato il secondo posto in classifica con quattro gare ancora da giocare. Un po' perché il Milan visto ieri sera all'Olimpico è sembrato davvero poca cosa: spento, senza idee e ancor meno gioco si è chiuso lì dietro cercando di limitare i danni. Un brutto messaggio anche per il ct Prandelli, perché se questo è il Balotelli sul quale punta per il Brasile, difficilmente l'Italia farà strada. L'attaccante rossonero, bombardato dall'inizio alla fine dal pubblico dell'Olimpico, è a tratti irritante per il suo nulla: non la prende mai, lo anticipa sempre e Tagliavento lo grazia almeno due volte (prima sgambetta , poi tira la maglia a a palla ormai lontana). Quando Seedorf dopo venticinque minuti della ripresa lo cambia per disperazione non la prende benissimo (strano...) ed esce chiedendo al tecnico: «Perché, perché hai cambiato proprio me?». Meglio soprassedere sul siparietto tv nel post-gara.

Ma in effetti è tutto il Milan che non va: una squadra da rifondare. Dietro la difesa ha stazza, ma si muove poco e il gol, pazzesco di un minuto prima dell'intervallo sta lì a dimostrarlo. Il bosniaco segna un eurogol, palla al piede da solo dribbla prima Montolivo, poi tunnel a Rami, quindi deposita in rete la palla del vantaggio complice anche un Abbiati non perfetto. Un gol bellissimo che manda in delirio l'Olimpico e creerà qualche problema in più al ds giallorosso che proprio in questi giorni si appresta a discutere il rinnovo contrattuale del fenomeno bosniaco.

Il resto è accademia con la Roma che chiude il Milan lì dietro e diventa padrona del campo, soffre qualcosa nei primi minuti della ripresa come più volte successo in questa stagioneo, ma poi dilaga e torna ad essere quella squadra pazzesca contro la quale è difficilissimo giocare. Pressa a metà campo e riparte in velocità sui piedi «nobili» di , e un ritrovato: quando quei tre «dialogano» parlano proprio un'altra lingua. A questo va aggiunta la velocità di Gervinho e la presenza di che per l'ennesima volta percorre una quantità infinita di chilometri e recupera palloni aiutato da un tornato in forma mondiale. È lui il metronomo di questa squadra, l'uomo della sicurezza che detta i tempi davanti a una difesa praticamente perfetta: cresce ancora Dodò (nonostante un paio di nei difensivi), ma soprattutto arriva la conferma di Toloi, il quarto di questa difesa brasiliana. Molto bene anche lui (occhio a eh...). Il giusto raddoppio nel finale è firmato Gervinho abilissimo a raccogliere la ribattuta corta di Abbiati (che poco prima aveva fatto un miracolo su ) sulla botta di .

Finisce così, tra gli applausi dell'Olimpico, con questa Roma che non si ferma più, rimanda la festa bianconera di un'altra settimana e mette ancora un po' di pressione ai campioni d'Italia che lunedì sera giocheranno contro il Sassuolo con mezzo scudetto cucito sulla maglia.