Roma, quanti acciacchi. Centrocampo da curare

01/02/2014 alle 10:34.
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GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Le cinque partite in due settimane, gli infortuni, le squalifiche e le condizioni dell’Olimpico che, reso pesante dalla pioggia di questi giorni, potrebbero creare qualche problema ai giocatori. dopo l’arrivo di si era goduto, per un paio di settimane, l’abbondanza a centrocampo: andato via Bradley e arrivato il belga, si era ritrovato con quattro titolari da poter gestire e intercambiare a suo piacimento. Già da domani, però, sarà di nuovo emergenza.

I tre moschettieri Vista la di , avrà a disposizione solo i tre titolari del girone d’andata. Non ci sarebbe di che lamentarsi, se non fosse che ha subito un colpo a Verona e in settimana ha fatto quasi sempre lavoro a parte, e soffre di un fastidio al ginocchio ormai da giorni. Schierarlo su un campo pesante potrebbe essere un rischio, considerato anche che la prossima settimana è in programma il derby e che il bosniaco è diffidato.

Dubbi Due sono le soluzioni: o schierare insieme a e nel consueto oppure far partire il bosniaco dalla panchina cambiando modulo e ricorrendo al che tanto bene ha fatto contro il Catania prima di Natale. Di certo, schiererà la formazione migliore senza pensare all’impegno con il in coppa di metà settimana. La Roma vuole andare in finale, ma ragionerà sull’ottica dei 180’. In campionato invece, soprattutto dopo la vittoria di Verona, nessuno a Trigoria vuole e può permettersi di fare calcoli.

Fiducia Ninja A spiegarlo, ancora una volta, . Ieri il belga ha parlato di Nazionale («Andare al Mondiale è il mio sogno, dopo 4 anni ad alto livello penso di meritarlo ») e di Roma: «È una grande opportunità per la mia carriera. Il campionato? La è fortissima, ma noi possiamo dire la nostra». Non fa promesse, , ma conferma che la Roma lotterà «partita dopo partita, fino all’ultimo».

Emozione Guidata, ancora, dal suo capitano. spende parole d’elogio per che in Indonesia è un mito. Non a caso la Roma ha rimandato la tournée di novembre perché il suo numero 10 era infortunato: « è un fenomeno globale — ammette — e il mio primo giorno con lui è stata un’esperienza unica. Adesso mi inizio ad abituare ».