REPUBBLICA.IT (M. PINCI) Il progetto in tasca, il sogno in testa, in attesa di un impegno a snellire l'iter burocratico che ne potrebbe ostacolare il cammino. James Pallotta incontra, per la prima volta, il sindaco Ignazio Marino
Per il sindaco Marino il progetto per il nuovo stadio della Roma "è davvero avveniristico: si tratta di un impianto con una capienza che varia dai 52 mila ai 60 mila posti a sedere. E' un impianto straordinariamente organizzato come accessi e come disegno architettonico, mentre dal punto di vista tecnologico è certamente lo stadio più avanzato che possa essere immaginato nel nostro continente. Sono al lavoro i tecnici indicati da James Pallotta con i nostri assessori alla rigenerazione urbana e alla qualità della vita; Giovanni Caudo e Luca Pancalli, e nei prossimi mesi dovremmo arrivare a una decisione sulla realizzabilità dello stadio".
"PROGETTO ENTUSIASMANTE, MA C'E' DA LAVORARE" - Pallotta si aspetta da questo primo faccia a faccia istituzionale con il Sindaco, durato un'ora e mezza circa, un impegno ad agevolare la realizzazione dello stadio. In fondo, qualche dubbio da parte dei tecnici esiste riguardo quel terreno, in cui sorge l'ippodromo del trotto ormai dismesso e a pochi metri dall'ansa del fiume Tevere (anche se la zona non è considerata alluvionale). Anche per questo il progetto finirà anche sul tavolo dell'assessore allo Sport Luca Pancalli, e soprattutto dell'assessore all'urbanistica Giovanni Caudo. È il loro il parere più atteso, per rivedere magari alcuni dettagli del progetto condotto a braccetto dall'architetto Usa Dan Meis e dal project manager Luca Parnasi, costruttore in ottimi rapporti con Unicredit. Entrambi hanno affiancato Pallotta nell'appuntamento istituzionale in Campidoglio. Un appuntamento ancora conoscitivo, formale, da cui è prematuro attendersi novità sostanziali.
SPERANZE E QUESTIONI: A CHI GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE? - Ma il fronte è aperto, e la collaborazione tra la Roma e la giunta Marino per portare a dama il discorso stadio è ufficialmente avviata. Sul tavolo però restano ancora delle questioni irrisolte: perché uno stadio non è soltanto posti a sedere, struttura, cubatura, indotto economico. Uno stadio, soprattutto così distante dal centro della città, ha bisogno di infrastrutture all'altezza, su gomma e su rotaia. E l'attuale via del Mare, o l'autostrada Roma-Fiumicino, non bastano certo a sostenere e smaltire il traffico di 50 mila persone che cercano di raggiungere un impianto. E proprio gli oneri di urbanizzazione sarebbero uno dei temi su cui le parti dovranno continuare a discutere: difficile spiegare agli americani che debba essere il committente, come da leggi italiane, a sostenere la quasi totalità della spesa per le infrastrutture. "Lo stadio si deve costruire. ma senza finanziamenti pubblici, è uno stadio privato", promette Parnasi. Quasi autoreferenziale l'architetto Meis: "Sarà il miglior stadio al mondo. E il progetto verrà presentato molto presto". Roma lo aspetta.