IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Poteva essere il futuro, ora è il passato. Lunedì sarà il presente, da vivere come semplice avversario.
UNITÀ DI INTENTI Allegri aveva capito che il suo ciclo al Milan era finito (così come Mazzarri, che però ha preferito i soldi, tanti di più, di Moratti), nonostante il contratto ancora in essere e aveva detto subito sì ai giallorossi. Incontri segreti, a Milano e Roma, più di una conference call tra dirigenti giallorossi, lui e il suo avvocato. Tutto sancito, quattro anni di contratto a una cifra che si aggirava intorno ai tre milioni di euro. Soddisfatto per la durata,per il progetto e per laspetto economico (e la buonuscita dal Milan sarebbe diventata un dettaglio). Allegri aveva sposato in pieno anche il mercato: Benatia era arrivato e Max aveva dato il suo gradimento; Strootman lo avrebbe voluto addirittura al Milan, tanto per fare due esempio. Anche Ljajic gli era stato nominato, ovviamente ha detto sì, perché pure Adem era in orbita Milan (poi la situazione per il calciatore della Fiorentina si è sbloccata solo a finemercato).La cessione di Lamela non era stata ancora preventivata, mentre Ljajic doveva andare a sostituire il partente (quello sì, Allegri non avrebbe potuto farci niente) Osvaldo. In quella fase, contestualmente a certe altre cessioni, si era parlato pure di El Shaarawy, che proprio Allegri ha valorizzato al Milan. Tutto era incastrato a dovere, la Roma aveva trovato lallenatore ancor primadi perdere la finale con la Lazio. Ma dopo quel 26 maggio i tempi si sono allungati e la Roma ha cominciato a mettere fretta allallenatore livornese, che non aveva risolto i suoi problemi alMilan. Non dipendeva solo da lui e alla fine ci ha pensato Galliani a stoppare ogni trattativa.
PER FORTUNA CÈ RUDI Quel contratto firmato è rimasto nelle mani dei dirigenti giallorossi. Ma non vale nulla. A Trigoria, per come stanno andando le cose, non hanno alcun rimpianto. Tra laltro Sabatini è daunpo che inseguiva Garcia. Finito il balletto di Arcore, con la cena tra Berlusconi, Galliani e Allegri e la conferma ufficiale del tecnico sulla panchina rossonera, Sabatini ha chiamato Rudi, in quel momento invacanza con la famiglia. Convocazione immediata a Milano: un dialogo breve e intenso. Garcia ha detto subito sì. Il mercato in entrata e in uscita era più o meno lo stesso, Rudi ha aggiunto solo Gervinho. La classica storia che è finita con un (non) tutti vissero felici e contenti. E lunedì Allegri ridiventa il nemico.