IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Parlare di Roma come la Juve fa un po impressione. Quella bianconera era una squadra leggendaria, questa guidata da Rudi Garcia studia per diventarlo. I presupposti sono buoni. Parlare di punteggio pieno dopo otto giornate di campionato significa togliersi la maschera. Basta sognare lEuropa League
LA DIFESA E LATTACCO - Ancora Garcia. «La Roma è forte, subisce poco, ma è vero anche che sappiamo segnare. Abbiamo fatto sempre almeno due gol in ogni partita. È vero che De Rossi è un giocatore grandissimo. La cerniera Castan Benatia mi piace dall'inizio, sono forti ed efficaci». Menzione a parte, merita Pjanic, che ha ricordato il suo maestro Juninho Pernambucano. «È vero, sa calciare come lui però sono differenti. Il recupero di Mire? Sapevo che con un centrocampo con Daniele, Strootman e Pjanic saremmo stati troppo forti. E dopo la qualificazione al Mondiale, Mire è sulle nuvole. Anche Strootman ha giocato con la stanchezza ma l'ha fatto con molto coraggio. Gli infortuni mi danno la possibilità di vedere gli altri, come Borriello, Ljajic che è un talento immenso o Marquinho stesso che ha fatto bene. Un giudizio su Dodò? Dopo un po' di stress allinizio ha giocato bene».