Corsa, gol e simpatia: la rivincita di Frontinho

01/10/2013 alle 11:26.

LEGGO (F. BALZANI) - «Non segna neanche a porta vuota». «Non sa calciare». Oppure: «Ha il fisico da maratoneta». O addirittura: «È brutto». Gervais Lombe Yao Kouassi stava ancora consegnando la carta d’imbarco al gate di Heathrow che a Roma già volavano le prime sentenze e i primi soprannomi: da Mocio Vileda a Frontinho, pa





Fu il tecnico francese a portarlo dal Le Mans ai piani alti della Ligue 1 nel 2007 anno in cui l’ivoriano segnò 13 gol in 32 partite. Ancora meglio nella stagione successiva quando ne realizzò 18, tutti determinanti per lo storico scudetto del Lilla. Poi il passaggio all’: tanti assist, poche presenze e ancora meno gol.
«Ma non mi lamento di Wenger – sussurra timidamente con una voce da doppiatore di cartoni animati Gervinho – Con però mi trovo meglio, è uno che dà fiducia ai giocatori». E che lo ha voluto fortemente a Roma. Tanto che , non convintissimo, ha dovuto sborsare 8 milioni e preparare un quadriennale da 2,7 a stagione. Gervinho non ci ha messo molto a ripagare la fiducia di . «Qui ho trovato il mio mondo e i miei compagni capiscono il mio modo di stare in campo». E non è facile visto quanto (e come) corre. Fuori dal campo però l’ivoriano ama stare tranquillo. Cappellino Nike al rovescio, musica rap di sottofondo, joypad in mano e uno sguardo amorevole alla moglie e alle sue due bimbe. Senza trascurare la linea di abbigliamento con il suo nome creata un paio di anni fa. Ieri anche l’ambasciata italiana della Costa d’Avorio lo ha voluto ringraziare: «È un faro, un esempio da seguire. Ci fa onore». Il brutto anatroccolo è un cigno.