GASPORT (M. CALABRESI) - Aspettando e sognando di diventare una star in Italia, Stefano Napoleoni si accontenta di esserlo in Grecia. Dove la crisi «cè, anche se si sente meno di quanto dicano i telegiornali»
GASPORT (M. CALABRESI) - Aspettando e sognando di diventare una star in Italia, Stefano Napoleoni si accontenta di esserlo in Grecia. Dove la crisi «cè, anche se si sente meno di quanto dicano i telegiornali». A gennaio era a un passo dal Siena, salvo poi tornare ad Atene e scegliere lAtromitos. È romano, Stefano, nato al Nuovo Salario ed esploso nel Tor di Quinto, da cui è iniziato il giro dEuropa, nel 2006: prima i polacchi del Widzew Lodz, in mezzo i greci del Levadiakos. Negli ultimi 10 giorni due gol in campionato e unEuropa League sfuggita per colpa di un incendio. «Dopo aver perso 31 landata in casa, vincevamo 10 in casa dellAz, in Olanda racconta . Poi la partita è stata sospesa perché è andato a fuoco limpianto elettrico dello stadio e la cosa ci ha spezzato il ritmo. Dovevamo vincere 30, la mattina dopo ci siamo fermati a due».
Romanità - I gol Stefano li festeggia alzandosi la maglia e indicando il Colosseo tatuato sul fianco: «Cè tutto il mio attaccamento a famiglia, amici e città. E alla Roma». Di cui è tifosissimo: «Questanno la vedo bene: Maicon è in forma e Totti resta il numero uno, oltre che un sogno per me di giocarci assieme. Speriamo si riesca a riscattare quel 26 maggio maledetto: ero in campo contro il Paok, segnai due gol e vincemmo. Ma negli spogliatoi i miei amici mi dissero che la Roma aveva perso. Un massacro». E pensare che Garcia cercava una punta: «Potevano farmi una telefonata. Sarei venuto a piedi ».