GASPORT (C. ZUCCHELLI) - «Avevo un fastidio alla gamba ma quando ho segnato non ho sentito più niente. Ero troppo felice». Aveva già parlato dopo la partita, Miralem Pjanic, ma è solo quando è arrivato a Sarajevo per raggiungere la sua nazionale, che il centrocampista bosniaco si è lasciato andare: «Ho fatto un gol bellissimo,
Lappuntamento Pronta sembra esserlo anche la Roma di Garcia. Vista la stima che il tecnico francese ha per Pjanic, la Roma ha intenzione di tornare a discutere del suo rinnovo di contratto (scadenza 2015) quanto prima. Al suo agente e al papà è stato dato un appuntamento di massima per la prossima settimana: una volta sistemata la questione Totti toccherà a lui. Probabilmente non se lo aspettava la Roma, costretta adesso ad ascoltare la sua richiesta da 3milioni a stagione. Accontentarlo, col monte ingaggi che cè a Trigoria e che agita i sonni dei dirigenti romanisti, non sarà facile.
Uniti Non era facile neanche immaginare, qualche anno fa, che un bosniaco, un serbo e un croato, potessero diventare così amici nel giro di qualche giorno. I loro padri e le loro madri sono cresciuti nello stesso Paese, la Jugoslavia, prima della stagione feroce delle guerre. E invece proprio grazie a Pjanic, Tin Jedvaj e Adem Ljajic si sono integrati perfettamente a Trigoria. Il giovane difensore è lombra di Pjanic (trascorre le serate sul suo divano a giocare alla playstation) e Ljajic si è già unito alla comitiva. Ci ha messo pochissimo ad ambientarsi in campo, visto che dopo un quarto dora dal suo esordio aveva già segnato, e ci ha messo pochissimo ad ambientarsi fuori, cosa che, vista la sua fama di bad boy, non era poi così scontata. Almeno per ora la «Roma ex jugoslava» pare funzionare: «Per noi la chiosa di Pjanic questo è lanno del riscatto. Non possiamo più sbagliare».