CORSPORT (M. EVANGELISTI) - BALZARETTI: IL BUON SOLDATO NON PERDE MAI L'ORIENTAMENTO Lo scorso anno sulla fascia sinistra non cera competizione. Ogni volta che bisognava mettere Dodò
Lo scorso anno sulla fascia sinistra non cera competizione. Ogni volta che bisognava mettere Dodò, e accadeva spesso perché il povero Federico Balzaretti da Torino aveva giocato talmente tanto nella prima parte della stagione che non riusciva più a raccogliere la lingua, il terrore correva sul filo della linea laterale. Il ragazzino brasiliano non difendeva, semplicemente non ne era capace, e poi anche lui si trascinava dietro un ginocchio smontato e ricostruito.
Adesso le cose sono cambiate e non può essere solo merito di Rudi Garcia, che ha preso in mano la squadra a estate avviata. (...) Balzaretti ha giocato 180 minuti su 180 di campionato disputati, più i recuperi rituali, sempre e comunque. Abbiamo appena cominciato, ma Dodò per il momento rimane al posto a cui sembra appartenere, la panchina.
(...)Il rasta-ballerino-stilista-calciatore se lè cavata bene contro il Marocco, ha guadagnato per sé e per la sua squadra il passaggio alla seconda fase delle qualificazioni mondiali e nelle scorse ore è tornato a casa - la casa attuale, Roma e la sua appendice Trigoria - per riprendere gli allenamenti in giallorosso. Con una preparazione differenziata, talmente differenziata da essere anche più impegnativa di quella degli altri, con il campo da percorrere a piedi mentre il resto della squadra tirava i muscoli in palestra.
(...)Non è per avere un amico in più e qualcuno di lingua madre francese in squadra che Garcia tiene Gervinho il più possibile in campo, disinteressandosi di qualche gol mangiato, di qualche passaggio pesante come lalito di un alcolista, del rischio di vedersi chiedere conto di un dribbling inciampante. A parte il fatto che Gervinho sa dribblare e dispone dello scatto breve di una cavalletta, livoriano serve allallenatore per la posizione che tiene in campo. Dovunque in quel momento decida di essere. Attorno a Gervinho la difesa avversaria è costretta a raggrumarsi, perché non si può lasciare solo un uomo capace di avviare la prima marcia in qualsiasi momento e perdipiù di dettare il lancio laser a uno come Totti. (...)