Roma, la panchina è vuota

03/06/2013 alle 09:27.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - La Roma è arrivata preparata alla sconfitta: la cena di ieri ad Arcore è servita solo a celebrare il trionfo di Galliani, che è riuscito a convincere Berlusconi a lasciare Allegri sulla panchina del Milan. L’avventura del toscano in rossonero continua, «con fiducia e reciproca stima» dice il Cavaliere senza

Che sarebbe finita così s’è capito subito: Berlusconi atterra in elicottero a Villa Margherita, il Milan spedisce ad Arcore il fotografo ufficiale e segue l’andamento della cena con una diretta sul sito internet e il lieto fine comunicato ufficialmente a mezzanotte. Maestri di comunicazione.  ha perso le speranze su Allegri venerdì, il giorno inizialmente fissato per il matrimonio e poi divenuto quello della rottura definitiva. Ieri sera il ds è tornato a Milano per trattare dei giocatori ma prima di tutto, insieme a un Baldini prossimo all’addio, ora deve inventarsi qualcosa per dare un futuro alla Roma. Prima Mazzarri, poi Allegri: due voltafaccia che costringono i dirigenti a ricominciare da capo. Chiunque arriverà, per la terza volta su tre nell’era americana a Trigoria sbarcherà un tecnico di ripiego. Sperando che stavolta sia almeno quello giusto.
 
Baldini ha ripreso da qualche giorno i contatti con Blanc, il nuovo favorito per la panchina giallorossa. Il voleva il francese al posto di Zeman a febbraio, allora non si trovò l’accordo sulla durata del contratto e a Trigoria decisero di promuovere Andreazzoli nel ruolo di traghettatore. Adesso è un’altra storia, ugualmente difficile: Blanc ha una proposta per una stagione dal Psg, preferirebbe un biennale e così tiene aperto uno spiraglio per la Roma. A Trigoria potrebbe fargli da Cicerone l’ex Candela, suo compagno nella Nazionale dei «Bleus» pronto a seguirlo nello staff.
 
La soluzione piace ma non entusiasma i dirigenti, costretti a valutare altre piste. Per motivi di versi Spalletti (in questi giorni a Roma solo per questioni personali) e Mancini non sono mai entrati in corsa, mentre gli altri italiani non hanno quel carisma considerato una dote fondamentale nella scelta. Per questo motivo è stato scartato il vecchio pallino del ds: Pioli. Idem Donadoni, a cui ha pensato davvero. Ma il rapporto tra l’ex ct e sarebbe da ricostruire e il suo carattere un po’ molle viene considerato inadatto alla circostanza. Il Parma, seccato dalle voci dell’interesse dei giallorossi, ha comunque fatto uscire allo scoperto il tecnico. «Ribadisco ancora una volta a scanso di equivoci - la specifica di Donadoni in una nota diffusa ieri - che resto al Parma. Ho due anni di contratto e piena sintonia con la società». Tornare indietro a questo punto sarebbe difficile.
 
La Roma è già oltre, persa nella scelta del «meno peggio». Non è un mistero il gradimento di per Bielsa. Il ds,però, lo considera una soluzione po’ estrema e rischiosa. E, tra l’altro, non sarebbe per nulla scontato l’ok del «Loco», che ha appena chiesto al Santos uno stipendio da 4 milioni di euro, dando la sua disponibilità solo a partire da gennaio. I brasiliani si sono ritirati, la Roma difficilmente si inserirà.
I vari Rijkaard, Rodgers e presentano troppe contro indicazioni. fa capire di avere tra le mani anche un «mister X». Difficile capire se si tratti dei vari Panucci, Di Francesco e Colantuono, gente che a Trigoria, ovviamente, ci verrebbe a piedi.
 
Un rebus da sciogliere il più in fretta possibile. E una convinzione: se avesse vinto la Coppa Italia, la Roma sarebbe rimasta nelle mani di Andreazzoli. Ma l’ha persa, come la sfida impari con Galliani. Un’altra botta terribile.