IL TEMPO (A. AUSTINI) - «Che ha fatto la Lazio?». Da romanista doc, è il primo pensiero di Totti al fischio finale di Roma-Parma. «Era scontato che li riprendessimo - dice con la solita ironia tagliente - allinizio gli abbiamo dato un po di vantaggio. Noi non dobbiamo basarci su di loro ma guardare più in alto: abbiamo altri obiettivi e di questo passo possiamo riuscire a toglierci tante soddisfazioni». La serata dellaggancio ai «cugini»
Ispirazione divina a parte, in una serata così viene spontaneo non porsi limiti, ma il Totti maturo dei giorni nostri evita voli pindarici. «Lobiettivo è quello di entrare tra le prime sei, tutto il resto sarà guadagnato. Se continuiamo a giocare così possiamo superare quelle davanti. Dopo la sosta ci sarà una partita difficile a Palermo, poi il «benedetto» derby. Cerchiamo di restare su questa scia». Ma Prandelli è sicuro che un gioiello del genere non serva anche a lui? A togliergli limpaccio ci pensa Francesco. «Il ct può stare sereno, io gioco per la Roma».
Con Lamela che gli cresce alle spalle. È stata anche la serata di due generazioni che si fondono nellattacco giallorosso. «E adesso - scherza largentino - il capitano deve pagare la cena a tutti». Con il Parma è arrivato il tredicesimo gol del capocanonniere romanista, nella serata in cui gli è toccato fare anche il terzino. «Hanno esultato tutti per Florenzi - racconta Lamela - ma non importa: per fortuna il gol è servito a vincere. Possiamo riprendere anche il Milan, questa squadra ha qualità e prima o poi le cose arriveranno. Intanto abbiamo ripreso la Lazio e siamo contenti». Laltro enfant prodige Marquinhos guarda ancora più in là: «Del futuro devono parlarne la Roma col mio agente. Finché sto qui sto bene». Ma quando chiama il Barcellona è difficile per tutti restare insensibili. Figuriamoci un diciottenne.