La Sud vince sempre

24/01/2013 alle 10:13.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) -A tre giorni di distanza dalla partita in campionato, è una serata molto più fredda questa che fa da cornice al Roma-Inter semifinale di andata di Coppa Italia. Ed è già una diversità non da poco, anche se la pioggia smette di cadere già prima dell’inizio della gara. Saranno stati i prezzi dei biglietti,

Prima c’è però da venire a capo di questa doppia sfida con i nerazzurri. A cominciare da stasera. Non è tempo di polemiche, quindi. Il pubblico lo sa bene e fa sentire la sua voce, già al riscaldamento dei giocatori (bello l’incoraggiamento a Stek, che entra per primo in campo, da solo, e avrà modo di meritarsi applausi e consensi durante la gara). Di fischi, pochi. C’è semmai da salutare il nuovo acquisto. E’ in tribuna, infatti, fresco di contratto, Vasilis . Lo speaker ne annuncia la presenza ricordandone i titoli vinti in Grecia e l’esperienza accumulata in campo internazionale. Applausi anche per lui. Gli stessi che accompagnano poco dopo la lettura della formazione, anche se al nome di Tachtsidis applausi e fischi sembrano quasi bilanciarsi. Poco male. Scompariranno quasi subito. La squadra appare più tonica, e certamente più motivata, di quella vista domenica sera. Effetto dello striscione in curva? Probabile. E’ quello che recita “Per voi è una partita, per noi è la vita. Fuori le palle”.

Sembra dargli retta, la squadra. Se è vero che il clima dello stadio si scalda molto presto. Ci pensa già , prima del quarto d’ora, con il gol del vantaggio, e poi , con quello del raddoppio. Anche se la rete dell’Inter un soffio prima del riposo pesa, purtroppo, come pesano tutte quelle in trasferta. All’inizio della ripresa, se possibile, i cori della Sud si fanno ancora più forti. La squadra continua a costruire, ma anche a fallire occasioni, anche se rischia qualcosa qua e là. Zeman la segue in piedi da bordo campo, giusto al limite della propria area di competenza. Fa pochi gesti, il tecnico, quasi a voler accompagnare, e magari spingere, con le mani stesse, i suoi verso la porta dell’Inter. Che ci vano vicini più volte.

Con , con , ma anche con Piris e Balzaretti. I minuti passano e la situazione non si sblocca. Eppure, basterebbe forse un solo altro gol per andare a Milano, a metà aprile, con un po’ più di tranquillità. Ci prova e ci riprova, la squadra, anche se continua ad esporsi e a rischiare più di qualcosa dietro. Continuano soprattutto a crederci i tifosi. “Forza Roma alè, Roma alè, Roma alè” canta la curva. Ci prova anche lei a spingere la squadra. Lo fa, come sempre, con il suo “Correte, scappate…”. Ma lo “squadrone giallorosso” sembra non arrivare. Forse anche perché esce Francesco. La curva non manca di sottolinearlo: “Un capitano, c’è solo un capitano” sembra voler ricordare a quanti troppo spesso se ne dimenticano. Scorrono ancora i minuti, tra il continuo alternarsi di azioni sui due fronti. E la Roma che preme fino all’ultimo minuto. Vince, la Roma, anche se con il minimo vantaggio. Un tesoro da custodire fino al 17 aprile. Quando, se non altro, farà meno freddo… E sarà forse una serata giusta per i cuori caldi.