IL MESSAGGERO (U. TRANI) - A Verona, domenica pomeriggio, la Roma scoprirà finalmente il suo portiere titolare. Zeman, è bene chiarirlo subito, si fida di Goicoechea, arrivato per fare il terzo e diventato il primo ormai da più di un mese
A questo punto non si può più dare per scontata domenica la presenza di Stekelenburg nella formazione di partenza contro il Chievo, anche se i dirigenti giallorossi (per primo il ds Sabatini), come è successo per Pjanic, si augurano che lolandese, pure per evitare la svalutazione del suo cartellino, si riprenda il posto. Ormai, come si è visto contro lAtalanta, è guarito. Ma Zeman, venerdì scorso alla vigilia della gara di campionato contro la Fiorentina, è stato quasi definitivo, parlando in generale del suo metodo di valutazione dei singoli: «Per me non esistono scale gerarchiche: decido sempre in base a quanto vedo in settimana». Il discorso non dovrebbe valere per il portiere. Ma il boemo va spesso controcorrente e quindi Goicoechea ha grandi chance di partire titolare a Verona.
PERCHÉ LOLANDESE Tecnicamente Stekelenburg è più forte e nessuno a Trigoria, allenatore compreso, può avere dubbi. Tra i pali il confronto non esiste. Lolandese è tra i migliori al mondo. Anche lui sa trattare la palla con i piedi e, lanno scorso, fu scelto anche per questo. È più razionale del collega, nel senso che vuole ridurre al minimo gli eventuali rischi, dote che ha acquisito giocando tante partite in campo internazionale. Sa bene che un errore del portiere può incidere sul risultato più di quelli che commettono gli altri giocatori. Preferisce, dunque, il passaggio semplice e scontato. Per non mettere in difficoltà i compagni con palloni che scottano. Di poche parole (anche perché ancora non parla italiano: forse è un limite), ha esperienza e fisico.
PERCHÉ LURUGUAIANO La scelta coinvolge anche laspetto tattico. Zeman è convinto che la difesa della Roma, quando cè Goicoechea, riesca a giocare più alta. Luruguaiano sa utilizzare bene i piedi e quindi partecipa di più del collega. Anche per una questione di carattere. Parla molto e quindi, al contrario di Stekelenburg, guida il reparto. In assoluto sembra avere un rapporto migliore con i compagni che lo apprezzano proprio per il modo di farsi sentire in campo. Ha personalità, ma anche sfrontatezza. Rischia sempre e, a volte anche esagerando, non rimane mai dentro la porta. Parte per qualsiasi uscita alta, anche a costo di esporsi a brutte figure.