CORSERA (L. VALDISERRI) - Mire Pjanic, giovane vecchio che a 22 anni ha giocato 202 partite da «pro» (Metz, Lione e Roma) e 38 con la Bosnia: in vista di Roma- Milan ci dice chi è più forte tra Lamela e El Shaarawy? «Totti». Anche lei con
«Totti».
Anche lei con questa storia che lItalia non è un Paese per giovani?
«I due nomi che ha fatto dimostrano il contrario. El Shaarawy non lo conoscevo, mi ha sorpreso. Ha tirato fuori il Milan, quasi da solo, da una situazione difficile. Lamela aveva fatto vedere quanto è bravo già lanno scorso e ora è migliorato nel fare gol. E poi cèMarquinhos, fortissimo e ancora più giovane degli altri».
Totti, da bambino, si portava il pallone anche a letto. Lei?
«Pure io. Era lunico gioco. I miei genitori sono fuggiti dalla Bosnia in Lussemburgo quando avevo due anni. Papà lavorava e poi andava ad allenarsi: in Jugoslavia giocava in serie B, nella Drina, ma in Lussemburgo non cè professionismo. Mamma andava a lavorare nel pomeriggio, quando aveva finito papà, che mi portava con lui. Il campo da calcio era il mio asilo».
Poi la Francia,Metz e Lione. Adesso lItalia. Perché la Roma?
«Mi hanno preso lultimo giorno di mercato. Io pensavo di restare a Lione. Poi mi ha chiamato Luis Enrique e mi ha convinto».
Ma il calcio italiano non è in calo?
«È un calcio difficile, tattico. A me piace. Mi fanno orrore solo i terreni di gioco. Come si fa a giocare se manca la base?».
Berlusconi è il presidente del Milan o un politico italiano?
«Il presidente del Milan. Sono convinto che il calcio per lui sia passione, non interesse. Nel Milan ha messo persone appassionate, come Galliani ».
Calcio e politica: Ljajic è stato cacciato dalla nazionale serba perché si è rifiutato di cantare linno. «Unesagerazione. Così hanno perso un giocatore di talento. Il c.t. della Bosnia ci lascia libertà: ognuno si comporta come vuole, sempre nel limite delleducazione».
La Jugoslavia unita, oggi, avrebbe uno squadrone.
«Lha sempre avuto, ma i problemi erano altri. Problemi che hanno portato a una guerra, lunica cosa che non risolve mai nulla e fa andare tutto peggio. Sa perché mi piace il calcio? Perché si gioca in tanti e lunica cosa che conta non è da dove vieni ma la maglia che porti».
La Roma, oggi, è sesta.
«Ma solo la Juve ci è stata superiore. Siamo forti. Dobbiamo crederci».
Conosceva Zeman? «Sinceramente, no. In Francia non guardavo la serie A. In verità guardo poco calcio in tv. Solo la Champions».
Più facile vedere la Bosnia alMondiale 2014 o la Roma in Champions?
«Tutte e due. Perché no?».
E il caso De Rossi?
«Un campione, lo sanno tutti. Una grande persona, lo posso dire io che ci passo tanto tempo insieme. Ma il calcio è così: devi mettere tutto in discussione, sempre. Alla Roma cè un solo titolare, gli altri devono lottare per avere una maglia».
Inutile chiederle chi è, vero?
«Totti. Ma se lo merita. A me piace giocare in una squadra giovane e ambiziosa, lo sono anchio. Ma quando cè pressione te la tolgono quelli che hanno esperienza».