IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Tutto è cambiato dopo quel gol alla Lazio. Anzi, dopo quel vaffa spedito a Zdenek Zeman dopo aver segnato alla Lazio. Come se quella (inutile) rete a Marchetti, con pesante appendice verbale («Mi ha chi
IL RUOLO Ecco, unulteriore valutazione per decifrare la sua metamorfosi passa attraverso la posizione in campo. E va dato atto a Zeman di aver trovato il ruolo giusto per esaltare le sue qualità di attaccante. Complice lassenza di Lamela, ha piazzato Miralem al posto dellargentino, cioè a destra, ricevendo in cambio uninterpretazione inedita e concreta del ruolo sia a Siena che contro la Fiorentina. Quando Zdenek, poi, lha impiegato come intermedio di sinistra, il bosniaco - senza Totti da quele parti - ha inventato calcio su calcio, terminando la partita contro lAtalanta con il voto più alto in pagella. Il pallone che offre a Destro in occasione della terza rete romanista, ad esempio, è la sintesi perfetta del calcio zemaniano. Un colpo di genio alla Totti, verrebbe da dire. Già, Totti. Pjanic non ha mai nascosto che Francesco sia uno dei suoi punti di riferimento (e il capitano per lui stravede...). «Accanto a giocatori come De Rossi e Totti ho imparato molto. Non solo nello sport, ma anche nello stile di vita e atteggiamento da tenere fuori dal campo», ha confidato qualche giorno fa a LEquipe. E non vè dubbio che, al momento, il giocatore della rosa (e forse non solo della rosa giallorossa) che maggiormente somiglia a Totti sia proprio Miralem. Ecco, ad esempio, quanto ha dichiarato Zeman sul suo conto dopo la partita di martedì di Coppa Italia. «Pjanic ha grandi qualità, ha tiro, dribbling, inserimento e passaggio gol». Non vi viene in mente il Totti del 1998, quello che a ventidue anni giocava alla grande proprio con il boemo in panchina? Miralem ha letà di quel Totti, e laccostamento non appare azzardato.
IL FUTURO È uno che guarda in alto, il bosniaco. «In passato mi sono ispirato a Zidane, per la sua creatività, per aver reso facili le giocate difficili», un suo virgolettato. E, ricordando gli anni trascorsi a Lione, non ha mai perso occasione per decantare gli insegnamenti ricevuti da Juninho Pernambucano, il brasiliano specializzato nei calci piazzati, e non solo. «Non paragonatemi a Iniesta, ma ammetto che quel passaggio per Destro lho studiato guardando lo spagnolo», ha confidato dopo lAtalanta. Totti, Zidane, Juninho e Iniesta, mica robetta di periferia.
La Roma ha puntato fortissimo su di lui, lha blindato fino al 2015 e ha detto no a tutte le offerte arrivate nella passata estate, con Barcellona e Tottenham in testa. Pjanic appare destinato a fare la storia della Roma, se ne avrà voglia e capacità. Non sarà un duello con Lamela (chi giocherà attaccante di destra domenica in casa del Chievo?) a complicare il suo percorso, fatto già di 201 (duecentouno!) partite ufficiali con le maglie di Metz, Lione e Roma. Tanta, tanta roba.