GASPORT (F. ODDI) - Fu forse la miglior partita della Roma di Zeman, quel Roma-Milan 5-0 del 3 maggio '98. Forse la migliore anche di Di Biagio, protagonista assoluto di quella giornata, una doppietta e non solo. «In effetti è un po' di giorni che accendo Sky e rivedo quei gol spiega l'attuale c.t. dell'Italia Under 20 fu
Giocando sempre in quel modo, avreste vinto lo scudetto.
«Non lo avremmo vinto, lo avremmo stravinto. Ma non era possibile giocarle tutte così: era un calcio molto dispendioso, non era facile tenere sempre quei ritmi. Anche se quell'anno ci riuscì abbastanza spesso, ne facemmo di belle partite, ricordo uno spettacolare 6-2 al Napoli, e un assurdo 0-0 con la Juventus in cui creammo tantissimo. Col Milan mi divertii: due gol, il primo su rigore, l'altro uno dei miei più belli, un diagonale con il sinistro, non certo il mio piede. Grande stagione quella: Capello era tornato al Milan per rimetterlo in piedi dopo una stagione fallimentare, gli creammo un bel po' di problemi».
Era la terzultima quel 5-0, la Roma di Zeman chiuse con un bel quarto posto: sembrava l'inizio di un ciclo. E invece...
«E invece quella dopo fu la stagione post mondiale: per me, Aldair, Cafu e Candela non fu facile. Poi quella del '98 fu l'estate delle famose dichiarazioni di Zeman, e qualcosa successe dopo. Facemmo ugualmente una bella stagione, ma Zeman non venne confermato».
E ora è tornato. Ma è lo stesso Zeman di prima?
«Sento parlare di uno Zeman diverso, che gioca col trequartista perché Totti gioca a tutto campo. Ma si ricordano male: Totti l'esterno sinistro non lo ha mai fatto, io non l'ho mai visto andare in profondità, neanche 13 anni fa. Si accentrava appena poteva: ci giocavano Di Francesco e Candela, da quella parte. Mi ha sorpreso solo l'utilizzo di Pjanic all'ala: di certo non può fare il centrocampista centrale con Zeman, pensavo lo utilizzasse da interno. Oppure in alternativa a Totti: Pjanic e Totti insieme a un centravanti è qualcosa di diverso dal suo solito calcio. Come l'attacco senza ali, con Totti che giostra dietro a Destro e Osvaldo».
La resa in termini di gol è rimasta la stessa.
«Già. Però a me la Roma che è piaciuta di più è quella che alla fine non ha vinto: i primi tempi con il Bologna, con la Sampdoria, con l'Udinese. Molto bella la partita con la Fiorentina, ma la Roma ha rischiato seriamente di pareggiarla, e si sarebbero dette cose ben diverse».
Da tecnico federale, Romagnoli a 17 anni sarebbe pronto per una partita come Roma-Milan?
«Romagnoli è un talento. E un ragazzo tranquillo: ci ho parlato spesso, ha la testa per giocare queste partite. E un tecnico come Zeman, che non si lascia condizionare dall'età, ti fa giocare sereno. Io credo che Burdisso alla fine sarà in campo. Ma se mettesse i due ragazzini, Marquinhos-Romagnoli, non sarei poi così stupito».