Giù le mani

14/11/2012 alle 08:40.

IL ROMANISTA (S. ROMITA) - Per vendere il pianoforte a coda lasciatomi da mia madre, e che andrà a mia figlia Flaminia, dovrei stare proprio a pezzi. Anzi, molto di più. Perché io a pezzi ci sono stato realmente - in un non brevissimo periodo della mia vita -

Io non sono della stessa idea, se di idea si può parlare. C’è sempre, ed è una fortuna che sia così, un qualcosa o un qualcuno per cui non siamo disposti a scendere a patti con niente e nessuno. La Roma è quel "qualcosa". è quel "qualcuno". Non siamo stati due anni e passa a difendere le ragioni di un contratto da dover firmare - e che la Società ha volutamente discusso con cura certosina - per poter oggi accettare anche solo delle ipotesi su a spasso per Pigalle o in gita sul chilometrico canale di Manchester. E soltanto perché in campo non si raggiunge un’intesa tra allenatore e calciatore sul ruolo che capitan Futuro deve svolgere. Lui è Futuro. E la parola dice tutto.

Lo stesso discorso vale per , uno tra i più forti calciatori arrivati in à. Tanti prima di loro, Di Bartolomei e ad esempio, hanno avuto questioni di questo tipo. E sono state risolte. E sono stati scudetti. L’esperienza insegna che se davanti alle difficoltà si prende la porta e la si sbatte si fa solo rumore ma il problema non viene risolto. Se aggiungete che il problema che sta rimbalzando da settimane in mezzo al prato dovrebbe essere risolto da Tachtsidis, onesto giocatore di pallone, ma non certo un campione paragonabile né a , né tanto meno a , potete capire il mio stato d’animo. Migliorerà? Possibile. ? Il ragazzo si farà. E in una certa percentuale si è già fatto. Ma io, che ragazzo non sono, non ho voglia di scherzare. Strano che Zeman ne abbia. I campioni, per me, devono giocare sempre. Specialmente se hanno la maglia giallorossa sotto la maglia ufficiale.