IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Il disorientamento dei tifosi per il non certo esaltante inizio di stagione della Roma è soprattutto una questione di gioco. Quello che latita, quello che il ritorno di Zeman sembrava porre come certezza. Non è tanto una questione di risultati. Nel senso che la gente era preparata anche allidea di qualche scivolone. Anche se, magari, dopo la sosta invernale, non al pronti via del campionato. Perché nellimmaginario
Ma un solo esempio non può bastare. E allora bisogna andare indietro negli anni, fino alla stagione 1989-1990, quando di fatto nacquero il Foggia di Zeman e Zemanlandia. Anche quella, come a Pescara, era serie B. Allepoca cerano ancora i 2 punti a vittoria, ma per facilitare i confronti facciamo finta che ci fossero i 3 punti (e lo faremo anche per tutte le altre stagioni). Bene, in 6 partite quella squadra che poi avrebbe insegnato calcio a tutta Italia fece solo 7 punti. Poco meglio andò lanno dopo con una partenza che fruttò 9 punti, salvo poi arrivare prima sul traguardo finale. Il debutto in A, che tutti ricordano come stellare, portò in realtà 8 punti. Frutto, come questanno, di 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Certo, era il Foggia ed era il primo anno sulla grande ribalta. Ma il campionato successivo cominciò anche peggio: 3 sconfitte nelle prime 3 partite. Addirittura 4 nelle prime 5 e soli 4 punti, salvo poi tornare a far vedere il calcio che conosciamo. Migliore, è vero, lo score di Zeman negli anni nella Capitale, sia alla Roma sia alla Lazio. Ottimi avvii, non però devastanti: 11 punti al primo anno in biancoceleste (quando poi arrivò secondo), 12 al secondo. Proprio come nel primo in giallorosso contro i 10 del secondo. Ovvero il campionato 1998-1999 che, sotto laspetto dei risultati (non del gioco), assomigliava parecchio a quello attuale. Due punti di differenza che basterebbe andare a cercare ad esempio nella terza giornata di campionato. Allora ci fu il 2-0 sul Venezia creato in 15 minuti del primo tempo e tenuto fino alla fine. Stavolta il 2-0 col Bologna gettato alle ortiche con un clamoroso calo di concentrazione. Anche in quel campionato la sesta giornata fu quella della seconda sconfitta stagionale. Anche quella volta contro una grande squadra: il Milan. Finì 3-2 con la doppietta inutile di Marco Delvecchio. Eppure tra quella Roma sconfitta a Milano e la Roma stra-sconfitta a Torino la differenza cè. E tanta. Allora per tutto il primo tempo dominò la scena. Sabato per tutto il primo tempo in scena non ci è proprio andata. Insomma, una Roma che pare dover ritrovare il gioco zemaniano prima ancora dei risultati. Quelli poi verranno di conseguenza. Ah, per la cronaca: sia la Roma del 98 sia il Pescara del 2012 alla settima giornata vinsero segnando tantissimo. Magari può bastare per far spuntare un piccolo sorriso in vista di domenica.