Io, Totti, vi racconto Roma

09/10/2012 alle 09:48.

GASPORT - Esce oggi l'ultimo «fatica» editoriale di Francesco Totti, capitano e bandiera della Roma, uno capace di enorme successo anche fuori dal campo. Un libro che illustra le bellezze

 
 
Mi chiamo Francesco e sono nato a Roma, la à più bella del mondo. Una à da visitare, da conoscere e da scoprire. Io sono un personaggio abbastanza famoso. Diciamo pure molto famoso. Uno di quelli che non possono andare in giro fra la folla con estrema tranquillità. Se passeggiassi in via del Corso un sabato pomeriggio, quelli che mi amano per le mie gesta sportive mi assalirebbero per un autografo, una foto col telefonino, una stretta di mano, una pacca sulle spalle. Per non parlare, poi, di quelli che mi amano meno, sempre in virtù di ciò che rappresento nel calcio... Quelli, come si suol dire, dell'altra sponda del Tevere, che probabilmente manifesterebbero in maniera diversa la loro opinione nei miei confronti.
Ciò che voglio dire, insomma, è che da alcuni anni non posso passeggiare tranquillamente per Roma, la mia à. È un peccato, perché gironzolare a piedi in via dei Fori Imperiali, in piazza San Pietro, perdersi nei vicoli di Trastevere sono cose semplici e bellissime, che tutti dovrebbero poter fare. Be', quasi tutti. Io per ora non posso. Sicuramente lo farò fra qualche anno, così come è capitato tante volte quando ero pischello, che in romano significa guaglione, cinno, caruso (Sì, modestamente so le lingue). Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto nella à più bella del mondo. Quando i calciatori delle altre squadre, soprattutto straniere, vengono a giocare a Roma, quasi sempre fanno un giro turistico in pullman fra le sue bellezze. Di certo sarà capitato anche a voi di incrociarli, i giocatori di squadre come Stoccarda, Liverpool, Göteborg, Manchester, Stella Rossa, Borussia Mönchengladbach. Con alcune mi è capitato di giocarci: sono state partite sempre dure, con difensori rocciosi, che intervenivano spesso ai limiti del regolamento, che mi scalciavano anche un po' più del dovuto.


Poi ho capito. In queste occasioni, all'onesto centrocampista della periferia bulgara, al terzino di fascia ucraino, al trequartista moldavo, gli si alza l'indice di rosicamento. Perché noi stiamo a Roma e loro no. Potranno pure strappare un 1-1 con un colpo di fortuna, un gol dell'ex, un offside dubbio, ma al fischio finale io me ne resto qui, a vivere la mia vita a Roma e tu, mediano del Borussia Mönchengladbach, te ne devi tornare nel grigio inverno della Westfalia in una à, Mönchengladbach, che molti ragazzi della Primavera neanche riescono a pronunciare, perché questo benedetto nome si comincia a imparare solo intorno ai vent'anni. Quanti calciatori passano dal Borussia Mönchengladbach al Borussia Dortmund solo per ragioni di pronuncia!!! Niente da fare, quando vengono a Roma, i giocatori stranieri rosicano. Fateci caso alla prossima partita della Roma in Europa se non picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri monumenti. Uno sgambetto per l'Altare della Patria. Un tackle in scivolata per la Domus Aurea. Un'entrata da dietro per le Catacombe di San Callisto. Allora mi sono detto: un po' per il famoso fair play della , un po' per il tifoso che viene in trasferta con la sua squadra, un po' per la voglia di parlare della mia à — che è un po' come se ci potessi passeggiare —, mo' la scrivo io una piccola guida di Roma. Una cosetta semplice, con i luoghi più rappresentativi, i personaggi famosi e qualche curiosità storica. Sperando, alla prossima partita, di avere un calcio negli stinchi in meno e un turista in più: il mediano del Borussia Mönchengladbach.