Dopo il gol squadra corta e fluidità nei passaggi

08/10/2012 alle 10:37.

IL ROMANISTA (G. CACCAMO) - Tanti, troppi rischi per la porta di Stekelenburg in un primo tempo che vive all’insegna di di una sconcertante incapacità difensiva della squadra giallorossa incapace di rubare palla a centrocampo e con impalpabili marcature sugli avanti atalantini; non ci sono solo le distrazioni dei singoli c’è

E’ un primo tempo da due tocchi e via, che forse nella primissima parte dell’incontro soffre di esagerati errori conseguenti ad una velocizzazione del passaggio verticale verso le punte in costante movimento, ma che ove riuscito, porta diritto al tu per tu con il atalantino. Galvanizzati dal gol, accorciati gli spazi tra le linea di difesa, gli uomini di Zeman migliorano con decisione nelle coperture, aggrediscono con maggior successo il giro palla avversario, stringono con determinazione la pressione sull’intero fronte offensivo nerazzurro; ma è la velocità di esecuzione delle due fasi che migliora decisamente, con tanti movimenti senza palla sia degli attaccanti che dei centrocampisti e un giusto mix tra palloni serviti sui piedi e passaggi negli spazi per gli allunghi delle punte.

Pur senza strafare, e ancora con tantissimi errori d’impostazione di un centrocampo acerbo in quanto a continuità e precisione, la Roma prende con decisione le redini dell’incontro mostrando maggior voglia e concentrazione rispetto alle ultime partite; la brusca frenata di Torino con le relative polemiche, seppur non dimenticata, si contrappone oggi ad una prestazione sufficiente ma certamente molto più in linea con la manovra disegnata dal tecnico boemo, fatta di intensità, di reattività, di velocità nell’appoggio al movimento degli avanti posssibilmente negli spazi disegnati dal movimento multiplo dei giocatori che possono essere serviti sullo scatto. Sprazzi di gioco, almeno sprazzi di gioco zemaniano per questo ritorno dalla figuraccia piemontese.