Lezione d'attacco

03/09/2012 alle 11:05.

LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Totti ci ha messo il piede due volte e alla fine fanno festa gli zemaniani. Mentre l’Inter resta lì a interrogarsi su dove sia l’errore: il ko le pesa addosso (1-3) e apre i primi interrogativi sulla consistenza della nuova squadra, che a San Siro continua a fare brutte figure (ko con Hajduk, Roma e pari col

Inter e Roma sono due squadre ancora sperimentali, anche con molti punti di contatto. Hanno due allenatori nuovi in panchina: anche se Stramaccioni aveva fatto l’ultimo scorcio dell’ultima stagione. L’interista il più giovane (36) e il romanista il più anziano (65) della serie A, ma con idee non all’opposto, anche tattic amente (l’Inter tutto sommato fa uso del trequartista e la Roma no), il gioco d’attacco è il preferito, prudenza ed equilibrio spesso sacrificati: Stramaccioni un dichiarato ammiratore di Zeman. Che per altro, come suo costume, si è presentato in tuta e ha comandato la partita da seduto con poche parole. Inter e Roma hanno rinnovato moltissimo, entrambe si sono presentate con mezza squadra nuova rispetto allo scorso anno. L’Inter con Silvestre, Guarin, Gargano, Pereira e Cassano. La Roma con Piris, , Balzaretti, Tachtsidis, e , l’uomo mercato dell’estate che aveva saltato la prima per (e che in verità ha fatto poco). Impossibile alla seconda di campionato, e con centrocampi a tre scartati nuovi di zecca nello spogliatoio – Guarin, Gargano e Pereira nell’Inter, , Tachtsidis e nella Roma - trovarvi dentro un calcio razionale e automatico, quanto piuttosto fisico, veloce, almeno generoso.
 
A Roma si è molto discusso sulla posizione di per la prima volta da molti anni tolto dal centro dell’attacco e riportato all’esterno, ma è stato proprio il suo tocco dalla sinistra a cogliere il buco aperto nella difesa interista, in cui è inserito per il gol che ha portato in vantaggio la Roma. è uno dei tanti giocatori che pur avendo stoffa è dovuto andare a dimostrarlo a Crotone, dove ha conquistato l’Under 21. La Roma è stata molto più efficace dell’Inter, che si anche presentata davanti alla porta con Sneijder e Milito, ma senza quasi mai diventare pericolosa e sprofondando addirittura nel secondo tempo. Cassano ha fatto il suo show di gesti e parole, ma ha sbagliato tanto (Prandelli non lo ha riconvocato di nuovo), e il gol del pareggio alla fine del primo tempo, è stato merito soprattutto di un rimpallo sul corpo di Burdisso. Stramaccioni lo ha sostituito con Palacio, nel tentativo di dare sostanza alle corse a vuoto dei nerazzurri. Ma è andata anche peggio.
 
L’Inter ha cercato uno straccio di efficienza e profondità, la Roma l’ha colpita con la classica cattiveria di un calcio zemaniano, che è sembrato aver superato tutte le incertezze dell’esordio col Catania, aggiustandosi in difesa e rovesciandosi velocemente in attacco spesso in superiorità numerica. E tutto questo nonostante abbia dovuto rinunciare per infortunio a già dopo mezzora. Ancora dal centro ha lanciato Osvaldo, attaccante ormai abbonato ai gol spettacolari dopo la rovesciata della settimana prima contro il Catania, superando di cucchiaio in corsa Castellazzi. E sempre Osvaldo ha servito Marquinho per un micidiale diagonale che è entrato in rete, anche stavolta non certo senza colpe dell’improbabile difesa interista.