La Roma vince in mezzo al caos

29/07/2012 alle 11:40.

CORSPORT (R. MAIDA) - Il gigante Tachtsidis torna a Roma con un labbro gonfio e la sensazione di un’ingiustizia. Non è finita bene la tournée americana, nonostante il tre su tre nel conto delle vittorie che porta il totale a sei su sei nelle amichevoli estive. Di positivo contro la nazionale di El Salvador rimarrà solo un ottimo primo tempo. Il resto, tutto, va archiviato in fretta.

 
IL FATTO - E’ successo questo, a dieci minuti dai saluti. Dopo un contrasto sulla fascia il difensore Figueroa ha rifilato una testata a Tachtsidis, che ha perso la testa: prima ha rovesciato l'avversario con una mossa da judoka, poi è stato trattenuto a stento dai compagni, soprattutto Osvaldo che di queste cose se ne intende. Rissa sfiorata. Anche per colpa dell'arbitro, tale Terry Vaughn dello stato di Iowa: in tutta la partita ha ammonito solo i romanisti, innervosendo i giocatori con atteggiamenti plateali. E nel momento del fattaccio ha espulso solo Tachtsidis che meritava di uscire meno del rivale. Per fortuna il buon senso delle squadre - in fondo era un’amichevole - ha evitato che la zuffa si trasformasse in guerra senza quartiere. 
 
CALORE - Era quello che avrebbero forse desiderato alcuni dei 10.000 salvadoregni arrivati alla Redbull Arena, lo stadio a venti minuti di treno da Manhattan dove di solito gioca Thierry Henry: per un po’ la passione sulle tribune è stata pittoresca e rumorosa, ma poi è diventata antipatica con i lanci di bottigliette
Continui gli errori dell’arbitro, clima caldo per i tifosi avversari: reazione del greco a una testata

sulle teste dei giocatori. Anche questo ha innervosito la partita, oltre a un caldo infernale: 29 gradi umidi alle 10 di sera.

 
A RAZZO - Piacevole era stato il primo tempo, si diceva. Come già le era capitato con lo Zaglebie Lubino, la Roma ha trovato una partenza sprint. E ancora con Osvaldo. Troppo molle l’avversario, ma bravo Burdisso a cercare l’amico in verticale da metà campo. E bravissimo Osvaldo a fintare il dribbling per poi scappare sull’esterno: rasoterra e di e palla in rete sull’altro palo. Sarebbe stato il primo di otto tiri nello specchio della porta in 40 minuti, luce per gli occhi di Zeman. Sembrava una passeggiata: giocate essenziali e intelligenti, sovrapposizioni efficaci, specie sulla sinistra con Heinze in versione terzino. Hanno provato quasi tutti a segnare. Però Lamela nella Grande Mela non è stato grande: due tiri da corta distanza, due parate facili di Portillo. Incredibile l’azione del minuto 13: dopo la respinta del su Lamela, è spuntato che ha tirato una sassata sulla traversa. Ma mica è finita. Sul pallone si è lanciato ancora Osvaldo in sforbiciata, senza trovare la porta vuota. 
 
IL GIRO - Se all'intervallo fosse finita 5-1 - contiamo un miracolo di - i poveri salvadoregni non avrebbero potuto protestare. El Salvador è al numero 67 della classifica Fifa, meglio di Marocco e Finlandia per intendersi, e sta giocando le qualificazioni mondiali, eppure era in bambola. Ma dagli spogliatoi, anche a causa dei cinque cambi di Zeman, la Roma è rientrata con dieci minuti di ritardo. Aggressività nulla, difesa abbandonata a se stessa. E ha consegnato a Gutierrez, il terzino, un momento da ricordare: il tiraccio da 25 metri è diventato letale grazie a un rimbalzo e alla valutazione sbagliata del . Subito dopo, il centravanti Ulloa ha sprecato due volte l’occasione del sorpasso. E allora la Roma si è riorganizzata, ispirata da Bojan che era entrato al posto di . Intravisto uno spiraglio sul palo lungo, Bojan ha calciato dritto per dritto, di , con la palla che ha accarezzato il palo e si è addormentata in rete. Partita vinta, nonostante altri due errori di El Salvador che hanno riabilitato