IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Lultima volta che ha segnato mancavano quattro giorni a Natale. Adesso tra due giorni sarà Primavera e la speranza è che per Dani Osvaldo sia benedetta. Se chiedi a Trigoria come sta lattaccante la risposta è unanime: «Incazzato». E non per qualche screzio con lallenatore o con qualche
Linfortunio di inizio anno al bicipite femorale (con conseguente stop di 40 giorni) e la doppia giornata di squalifica in seguito allespulsione di Bergamo hanno reso questo inizio 2012 un incubo (sportivo, sintende) e per questo Osvaldo non vede lora di buttarsi tutto alle spalle. A partire da stasera quando dovrebbe riprendere il suo posto da titolare. Unespulsione, quella per il fallo su Cigarini, che non gli è mai andata giù: le immagini televisive non hanno mostrato la sua reazione, lui lha ammessa, ma ha anche spiegato le continue provocazioni dellavversario e i suoi falli che invece non sono stati sanzionati. Acqua passata, ormai. Almeno così dovrebbe essere perché in questa settimana Osvaldo, a parte una piccola botta quattro giorni fa, si è allenato tanto e anche bene. Per riprendersi la Roma e per far vedere a Prandelli che lui lEuropeo lo vuole eccome: il cartellino di Bergamo gli ha fatto perdere anche la convocazione azzurra per lamichevole disputata a Genova contro gli Stati Uniti e al suo posto è stato chiamato Borini.
Osvaldo si è complimentato col compagno per la prima presenza in Nazionale ma, anche lì, larrabbiatura cè stata ed è stata anche tanta. 156 minuti in campo da Bologna a oggi: pochi, anzi pochissimi, per uno che quando è stato bene è sempre stato uno degli intoccabili di Luis Enrique. Uno che ad agosto quando ha lasciato lEspanyol ha salutato gli amici di Barcellona dicendo: «Vado a far cambiare idea a un po di gente su di me». Cè riuscito, ma si sente soltanto a metà dellopera. Lobiettivo è chiudere, quantomeno, la stagione in doppia cifra e per farlo ci sono 11 partite a disposizione. Una vita, due mesi ancora di campionato da vivere al massimo. Trasformando lincazzatura in rabbia agonistica e la voglia di rivalsa in gol, tanti gol, per se stesso, per la Roma e anche per lItalia.