IL TEMPO (A. AUSTINI) - Quattro, per una volta, è il numero magico. Quattro come le donne della famiglia Sensi che lasciano la Roma con il groppo in gola: ieri mattina negli uffici di via della Cava Aurelia, dopo 18 anni di gestione tra luci e ombre, si sono dimesse Rosella, la sorella Silvia, la mamma Maria e la zia Angela Nanni.
Quattro, con la «P» davanti, è pure lo scandalo italiano del momento nel quale potrebbe essere coinvolto Pippo Marra, attuale consigliere della Roma. «Ma è una bolla di sapone» dice convinto Marra subito dopo il congedo dalle Sensi, «abbracciate» pubblicamente da Bruno Conti e Totti. Rosella lascia una società da ricostruire, sul campo e nel bilancio: la squadra ha letà media più alta della serie A e lesercizio sta per chiudersi con un rosso di 35 milioni dopo il -21,9 del precedente. Eppure sarà ancora lei oggi a rappresentare la Roma nellassemblea di Lega dove ambisce alla polotrna di presidente. Motivo? Fenucci, destinato a curare i rapporti col Palazzo oltre ai conti del club, sarà in carica da venerdì. «Auguro ai nuovi proprietari grandi successi. Cosa farò? Per oggi la mamma - dice Rosella pronta a lavorare in tv - e se diventerò una giornalista giuro che non sarò invadente». Laddio è inevitabilmente amaro. «È un giorno malinconico per noi, a tutti è venuto in mente il ricordo di nostro padre Franco. Purtroppo durante la mia presidenza si è discusso molto, più me che la Roma. Il rammarico per lo stadio? Spero lo costruisca la nuova proprietà, magari in ricordo di mio padre. Noi avevamo un progetto interessante e innovativo». Ma rimasto su carta. La Sensi dice la sua anche sul futuro. È fredda su Baldini, il futuro dg che lasciò la società per colpa delle nuove «alleanze» di Rosella: «Conosce la Roma e aiuterà DiBenedetto. Ma non sottovaluterei Sabatini: lho sentito esprimersi senza giri di parole. E poi sono rimasti tutti miei collaboratori, quindi vuol dire che le mie scelte non erano sbagliate». A Boston non la pensano esattamente così.