IL MESSAGGERO - «Sì». Philippe Mexes dà la disponibilità a rientrare, per giocare anche la ripresa, in diretta tv, ai microfoni di Sky. «Ce la fai a tornare in campo?» gli chiede a bordocampo Angelo Mangiante. «Certo che gioco anche il secondo tempo» la risposta convincente del difensore francese che si era avvicinato verso
E questo uno dei tanti episodi che andranno affrontati e analizzati nelle stanze di Trigoria nei prossimi giorni. Per non trovare una spiegazione univoca e soprattutto convincente. Perché poi al posto di Mexes, tra i migliori, entra Juan che nemmeno sta bene e che diventa controproducente con due sciocchezze grandi così: la Sampdoria, senza gioco e in piena difficoltà, vince. A gara chiusa ci si chiede se è sempre meglio il brasiliano non al top di Burdissino sano e lasciato però a casa.
Insomma la quinta sconfitta in campionato, lottava in 26 incontri ufficiali, ha più responsabili. Per Ranieri solo due: Juan e Julio Sergio, anche se chiama in causa pure il medico. Su Mexes che abbandona tra i due tempi, lallenatore spiega di aver deciso dopo aver parlato con il dottor Luca Pengue. La diagnosi del medico è però inequivocabile: «Indurimento al bicipite femorale destro». Almeno una contrattura alla coscia. Juan entra e la Roma esce dal match. Si discute della sostituzione negli spogliatoio, a partita persa. «Fatica anche a camminare» insiste Pengue che sottoporrà ad accertamenti Mexes che, almeno a caldo, era certo di poter continuare. Se non un mistero, almeno mezzo.
«Un portiere tende sempre ad andare a prendere la palla» si difende Julio Sergio, messo in croce dallallenatore per il rigore più espulsione. «Purtroppo pago questo regolamento: la norma andrebbe cambiata. Io non sono partito per fare fallo, cioè per buttare giù lavversario. In quei casi tutto si decide in una frazione di secondi e non hai proprio il tempo per ragionarci su». Non chiede scusa come Juan, ma ha la faccia di chi sa di non aver fatto la cosa migliore. Per la Roma e per se stesso. «Mi dispiace per il risultato e perché dovrò anche saltare la prossima partita a Cesena. Peccato perché fin lì avevo fatto solo una parata, stavamo giocando proprio una grande partita».