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IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Siamo ancora allinizio della stagione, ma dobbiamo cominciare a vincere. E ad avere le sensazioni di un anno fa». Quali? Quelle di essere usciti fuori dal tunnel. Di essere tornati a riveder le stelle. Poi la Roma è sprofondata nel buco nero di Napoli e tanti saluti alle «sensazioni ». In unintervista rilasciata in ritiro a Oslo al quotidiano norvegese Dagbladet, Riise descrive come è stato il suo ritorno al calcio giocato dopo linfortunio del 6 settembre. Il medico della nazionale, Thor Einar Andersen, aveva previsto quattro settimane di stop dopo lo scontro in allenamento con Espen Ruud.
Chiusa la parentesi-caschetto, Riise prova a dare una risposta alla domanda che tutti si fanno: dove diavolo è
finita la Roma? «Abbiamo vinto due partite di fila recentemente, contro lInter e in Champions (contro il Cluj, ndr). Tornerà tutto a posto. Non stiamo seguendo lo stesso trend dellanno scorso, quando abbiamo disputato 24 partite senza perdere mai. Dobbiamo tornare a lavorare sulle sensazioni che avevamo. Siamo comunque ancora allinizio della stagione, anche se dobbiamo iniziare a vincere presto». La Roma viene prima di tutto. Ma Riise, adesso, deve pensare alla sua Norvegia. In un momento così difficile come quello che si sta vivendo nella Capitale, laria di casa lo aiuta a ritemprarsi. A ritrovare lo spirito giusto per tornare a Roma più carico di prima. Domani scenderà in campo contro Cipro. Un impegno facile sulla carta. Thunderbolt sta rincorrendo il primato di presenze in nazionale: 104. Il record appartiene all86enne ex difensore del Sandefjord, Thorbjorn Svenssen. Riise è già a quota 89. Anche per questo, dicono in patria, ci teneva a
giocare contro il Portogallo, lo scorso 7 settembre. Lo scontro in allenamento con un compagno lo ha solo rallentato nella rincorsa a Svenssen. Perché Riise non si ferma davanti a niente e nessuno. E tutto quello che lo infastidisce John lo getta via. Caschetti. E avversari.