Adriano: «Totti mi ha detto di vincere tutto»

11/06/2010 alle 11:16.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Maglietta bianca e pantaloni corti, sorriso splendente e tanta voglia di ricominciare. Per di dimostrare a tutti che «Adriano è tornato quello di una volta». L’attaccante brasiliano, in un’intervista esclusiva a Roma Channel, si racconta a 360

Ma parla, soprattutto, di quello che vuole da questa avventura giallorossa: « mi ha detto che dobbiamo vincere tutto. E io gli ho risposto: ce la faremo». Le parole di Adriano sono musica per le orecchie dei tifosi romanisti. La stessa musica che lui confessa «di amare tantissimo, tanto da ascoltarla in ogni momento» e che vorrebbe sentire dopo il primo gol con la maglia giallorossa. Su quando sarà, Adriano non si sbilancia: «Non lo so dire, ancora devo realizzare che sono un giocatore romanista. Però spero che quando succederà i tifosi della Roma mi accoglieranno con lo stesso affetto di questi giorni». Lui ci crede. Ama il gioco giallorosso «perché è spesso palla a terra e mi è sempre piaciuto un gioco così» e non vede l’ora di essere in campo con «un grandissimo campione che, da avversario, ammiravo tantissimo».

Soprattutto, però, Adriano vuole togliersi tante soddisfazioni con la Roma. Per questo, quando l’ha chiamato dicendogli «dobbiamo vincere tutto», lui gli ha risposto: «Ce la faremo». Con Vucinic e il , l’attacco romanista può davver far sognare i tifosi: 8, 9 e 10 della Roma che sarà. Forza, classe e potenza. E gol. A proposito di numeri, Adriano confessa di aver scelto l’8 «semplicemente perché mi è sempre piaciuto ».

Adesso è in vacanza in Sardegna con gli amici e il cugino e spiega: «La famiglia per me è importantissima. Come papà sono un po’ imbranato, ma amo i miei figli e sarà fondamentale avere avere i miei affetti qui a Roma con me. In questo la società giallorossa mi ha colpito molto: è stato bello andare a casa del presidente dove viveva anche Franco Sensi». Durante tutta l’intervista col canale tematico giallorosso, Adriano sorride. Si rabbuia (in parte) solo quando parla del padre e dell’inferno che ha passato dopo la sua morte: «È vero - ammette - è stato un periodo difficile, ma tutto quello che è successo mi ha fatto diventare più uomo. Sono cresciuto nell’anno che sono stato a Rio, insieme alla famiglia e ai miei amici. Dovevo tornare dove sono nato per diventare quello che sono adesso». Cioè un uomo maturo.

E consapevole che vuole dimostrare di essere grande. In tutti i sensi. Per questo, accanto a lui, ci saranno anche Taddei e Juan, amici di una vita: «Rodrigo è un bambinone, scherza sempre. Quando io ero a Parma e lui a Siena ci vedevamo, sarà bello ritrovarlo. Juan, invece, è rimasto uguale ai tempi del Flamengo. È un leader silenzioso, tanto che ogni tanto gli dicevo: "Ao’ (testuale, ndr) parla un po’...».

Il primo luglio l’Imperatore si rimetterà al lavoro, per essere pronto per il ritiro di Riscone: «In questo mese di inattività ho perso un po’ la forma, ma lavorare non mi spaventa. Anzi, non vedo l’ora di ripartire. Sono a Roma e sono felice, è bello vivere e allenarsi in una à col sole e dove la gente è felice. Voglio dimostrare di essere tornato il vero Adriano, voglio far felici i tifosi e magari vincere lo scudetto. I tifosi sognano che "spacchi le porte"? Sono pronto, la potenza è una mia caratteristica, ci lavoro molto. Non vedo l’ora di cominciare ». Gli ultimi pensieri sono dedicati al Mondiale del 2014, che si disputerà a Rio, a casa sua: «Non ci penso tanto, probabilmente non ci arriverò». Ora, per lui, conta solo la Roma. D’altronde, l’ha detto anche a : «Vedrai che vinceremo».