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IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - La delusione per il rigore inventato da Rizzoli all89 di Napoli-Roma è ancora evidente, così come quella per lennesima vittoria mancata in vista del traguardo dai giallorossi, che da quando è arrivato Ranieri non hanno più reso banali gli ultimi minuti di gioco. Se fino al Cagliari-Roma dello scorso 6 gennaio questi erano quelli decisivi per conquistare vittorie importanti e insperate, da quel giorno sono diventati quelli dei rimpianti. Al 2-2 subito in Sardegna nei tre minuti di recupero è seguito il 3-2 nellandata col Panathinaikos, che ribaltò il 1-2 per la Roma tra l84 e l89.
quelli dei rimpianti. Al 2-2 subito in Sardegna nei tre minuti di recupero è seguito il 3-2 nellandata col Panathinaikos, che ribaltò il 1-2 per la Roma tra l84 e l89.
Ed è lì che i giallorossi si sono giocati la qualificazione, visto che portare a casa la vittoria avrebbe consentito di affrontare con ben altro spirito il ritorno delOlimpico, dove anche i greci sarebbero venuti molto più demotivati.
Poi cè stato questo 2-2 di Napoli, dove fino al 75 la Roma vinceva 2-0. Sarà meglio riprendere le vecchie abitudini, dunque, quelle grazie alle quali i capitolini avevano fatto risultato quasi allo scadere in ben 7 gare, di cui 6 di campionato e 1 di Europa League. E parliamo delle 2 vittorie col Siena (2-1 di Riise all89 in Toscana e
2-1 di Okaka all88 allOlimpico), di quella con la Juve (ancora Riise per il 2-1 del 93 a Torino) e di quella di Firenze, dove Vucinic segnò all82. Ad esse si abbinano i pareggi di Palermo (3-3 di Totti all88), Catania (1-1 di De Rossi al 92) e Londra, dove Andreolli segnò al Fulham il gol di un altro 1-1 ancora al 93. Bei tempi, verrebbe da dire ora che, invece, in quei minuti finali i gol si prendono.
Ma non disperiamo, perché se è vero che a Napoli la Roma ha buttato dalla finestra lennesima vittoria che sembrava ormai conquistata è anche vero che ha allungato la sua striscia positiva in campionato portandola a 16 giornate (12 vittorie e 4 pareggi). Ed era dallormai lontano torneo 2001-02 che non le capitava di collezionarne una così lunga. In panchina sedeva Capello e, a parte il cambio di allenatore di questanno, quella stagione presenta molti lati in comune con questa in corso, che se finisse con un secondo posto diventerebbe praticamente identica a quella. Anche nel 2001-02, infatti, la Roma partì male in campionato, dove nelle prime due giornate collezionò altrettanti 1-1 in casa del Verona e allOlimpico con lUdinese. Due squadre che sulla carta
dovevano essere facilmente battute dai campioni dItalia in carica. Poi arrivò la sconfitta interna col il Real Madrid nel maledetto 11 settembre dellattentato alle Torri Gemelle di New York, quindi la sorprendente battuta darresto di Piacenza, dove una Roma abulica e disattenta perse 2-1. In porta Capello aveva promosso il giovane Pelizzoli, appena arrivato dallAtalanta, al posto di Antonioli, fermato anche da alcune noie muscolari.
Il ragazzo aveva qualità e doti fisiche, ma a differenza dello Julio Sergio di oggi (che come lui è stato promosso al posto del titolare, fermato da guai fisici) non si dimostrò reattivo al punto giusto e a Piacenza finì nellocchio del ciclone per i gol di Hubner e Di Francesco. Così nella successiva partita di Champions League di Bruxelles contro lAnderlecht Capello si riaffidò ad Antonioli, che da quel momento riprese saldamente in mano le chiavi della porta giallorossa. Intanto si era arrivati quasi a fine settembre e nessuno, viste le circostanze, avrebbe
osato scommettere sul riscatto dei giallorossi, che invece cominciò a partire da domenica 23 settembre, quando allOlimpico sconfissero 2-1 la Fiorentina con il gol del neo acquisto Panucci all88. Era la quarta giornata.
Da quella in poi la Roma non perse più fino alla ventisettesima, per un totale di 24 partite utili consecutive di campionato suddivise in 15 vittorie e 9 pareggi. La serie si interruppe a S.Siro contro lInter la sera del 24 marzo 2002, quando la Roma perse 3-1 nel vero match scudetto di quel torneo, al quale le due squadre erano arrivate
appaiate in testa alla classifica con 56 punti. Fu una striscia esaltante, che vide la Roma vincere due volte con la Lazio (2-0 allandata e addirittura 5-1 al ritorno), passare a Torino contro la Juve (2-0) e regalare tante soddisfazioni ai suoi tifosi, ma anche buttare al vento partite sulla carta molto facili (lo 0-0 di Brescia e l1-1 di Lecce) che poi, insieme al 2-2 di Venezia, le pregiudicarono la possibilità di rivincere lo scudetto.
Una storia che nella sua evoluzione sembra finora molto simile a quella di questanno. Per finire ricordiamo che il record di imbattibilità della Roma in campionato è di 30 partite (15 vittorie e altrettanti pareggi) e che fu stabilito con Liedholm nel periodo che andò dalla vittoria casalinga per 3-1 con lUdinese del 30-11-1980 alla sconfitta del 22-11-1981 (3-2), fatalità sempre in casa dellInter. La stessa che molti anni dopo, con l1-1 allOlimpico del marzo 2006, fermò a 11 le vittorie consecutive della Roma di Spalletti e che, a pensarci bene, sembra fatta apposta per interrompere le serie positive dei giallorossi.